Scafati Solidale ha le ore contate

La Commissione pensa alla chiusura della partecipata creata dall’ex sindaco Aliberti

SCAFATI. La partecipata “Scafati Solidale” potrebbe presto chiudere. L’ipotesi è al vaglio della Commissione ministeriale che, guidata dal prefetto Gerardina Basilicata, sta cercando di far quadrare i conti del Comune per evitare il dissesto. L’operazione, che sarà discussa già da domani, dovrebbe rientrare nell’ottica di razionalizzazione della spesa per ridurre il debito di 32 milioni di euro che pesa sulle casse di Palazzo Mayer. La questione sarebbe anche un preciso atto politico, vista che la “Scafati Solidale” è nata l’8 luglio del 2010 per volontà dell’allora sindaco Pasquale Aliberti.
Una società che per l’ex primo cittadino ha sempre avuto l’obiettivo di dare maggior impulso alle politiche sociali dell’amministrazione e per coordinare le attività socio-assistenziali promosse dal Piano di Zona S1. Una tesi sempre contestata dai partiti di opposizione, Pd e Movimento Cinque Stelle in primis, che in più occasioni hanno definito la partecipata un mero carrozzone politico. Le attività della “Scafati Solidale” nei mesi scorsi, inoltre, sono finiti al vaglio della Procura Antimafia di Salerno nell’ambito dell’operazione “Sarastra”. Fattori che la Commissione sta valutando.
Una vicenda che conosce benissimo Luca Celiberti, ex consigliere comunale ai ferri corti con Aliberti e uno degli ultimi componenti del Consiglio di amministrazione della società prima dell’arrivo della Commissione. Nove mesi intensi, da febbraio a novembre 2015, che lo hanno portato alla rottura definitiva con il politico di Forza Italia. «Forse la Commissione vuole eliminare quello che io chiamo il papocchio - ha spiegato Celiberti - il mio lavoro nel Cda è stato di riordino e di riorganizzazione degli sprechi e degli eccessi. Come per esempio il taglio e l’eliminazione di alcuni progetti non supportati da nessuna delibera di Giunta, né tantomeno firmata dal consiglio comunale. Sono stati spesi 145mila euro senza nessun avallo per assumere determinate figure, tra i quali colui che, guarda caso, è stato poi nominato direttore della stessa, Gaetano De Lorenzi».
Una gestione poco chiara per Celiberti, anche in merito alle concessioni delle “borse lavoro”. «Qui ho riscontrato abominevoli anomalie di requisiti. Ho sempre messo tutto a verbale e poi denunciato».
Ma l’atto che ha portato alla rottura tra Celiberti e Aliberti sarebbe stato, secondo l’ex consigliere comunale, la stesura del nuovo regolamento della “Scafati Solidale”. «Quello ancora in vigore ha storture anacronistiche, visto che la società ha sempre funzionato con fondi previsti dal Piano esecutivo di gestione del Comune. Ma in Consiglio comunale è stato respinto dal sindaco. A quel punto mi è stato chiaro che alla correttezza amministrativa e all’onesta politica e intellettuale avevano preferito il papocchio».
Domenico Gramazio
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