FUNERALI E CLAN

Scafati, «Soldi da Cesarano per il monopolio»

Il retroscena raccontato dal pentito Massimo Fattoruso ai pm: tre mensilità per impedire l’apertura di altre agenzie in città

SCAFATI - Giulio Cesarano pur di non farci aprire propose di corrisponderci tre mensilità purché non avessimo aperto l’agenzia funebre a Scafati»: a parlare è Massimo Fattoruso, collaboratore di giustizia sentito nel 2018 sugli affari delle cosche nell’area di Scafati e Boscoreale. L’argomento riguarda l’avvio dell’agenzia funebre “L’Infinito” a Scafati con Carmine e Giuseppe Aquino. «Quando è stata costituita “L’Infinito” a Scafati, l’ex sindaco Pasquale Aliberti ci ha dato una mano: all’epoca questi era consigliere comunale. All’epoca vi era un contratto tra il Comune di Scafati e l’impresa funebre di Giulio Cesarano che agiva sostanzialmente in regime di monopolio, mandava un pensiero, ovvero del denaro, al detenuto Bartolomeo Terrestre. Quindi noi non potevamo aprire un’agenzia funebre perché l’impresa di Giulio Cesarano aveva il monopolio. Quindi mi rivolsi a Pasquale Aliberti per sapere come aggirare l’ostacolo, lui si fece consegnare tutta la normativa che poi fu data a me dicendomi che io potevo aprire l’agenzia poiché al limite gli agenti di polizia municipale potevano solo elevarmi una contravvenzione ma non impedirmi di svolgere il funerale. Quindi, dopo aver aperto, avrei dovuto fare ricorso al Tar perché per gli stessi motivi una ditta di Capaccio Paestum aveva vinto il ricorso ed era stata autorizzata ad operare al pari di un’altra impresa. Aliberti mi portò anche la sentenza del Tar relativa all’impresa capaccese, ci rivolgemmo al commercialista che studiò la documentazione e ci disse che si poteva fare, la faccenda poi è stata seguita da un avvocato».

Alfonso T. Guerritore

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