Scafati, scena muta dei politici sulle 25 delibere “taroccate”

Ieri il sindaco e gli assessori sono finiti davanti al giudice: sono tutti indagati per falso ideologico Nella vicenda è rimasta coinvolta anche la segretaria del Comune, Immacolata Di Saia

SCAFATI. Tutti in silenzio gli amministratori scafatesi finiti al centro dell’inchiesta per falso ideologico. Il sindaco Pasquale Aliberti, il vicesindaco Cristoforo Salvati e gli assessori Giacinto Grandito e Stefano Cirillo hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti agli uomini del nucleo investigativo della guardia di finanza, che curano l’attività inquirente col coordinamento della procura di Nocera Inferiore. Gli interrogatori, previsti ieri pomeriggio al comando provinciale di Salerno delle fiamme gialle, si sono chiusi con un nulla di fatto.

La scelta difensiva, come spiega il legale degli indagati convocati ieri avvocato Antonio D’Amaro, ridimensiona i fatti contestati. «C’era ben poco da chiarire – recita lo stringato comunicato diffuso al termine della convocazione - D’altro canto, i miei assistiti sono amareggiati perché, al pari di altri componenti della giunta, hanno sempre operato nella massima legalità e trasparenza». L’inchiesta per falso ideologico in concorso, per il contestato varo di 25 delibere, chiamava a rispondere sulla vicenda il sindaco Pasquale Aliberti, la segretaria comunale Immacolata Di Saia, gli assessori Giacinto Grandito, Cristoforo Salvati, Pasquale Coppola, Guglielmo D’Aniello, Sfetano Cirillo,Giancarlo Fele e Sabato Cozzolino, per reati ipotizzati commessi tra fine dicembre 2010 e settembre 2011. In discussione c’erano tra le altre due sedute di giunta comunale, del 29 dicembre e del trentuno dicembre 2010, con le delibere 292 e 293 fatte il 29 e le 298, 299, 300, 301, 302, 303 fatte il 31, con solo quattro componenti presenti su otto della giunta, di fatto nulle per mancanza del numero legale e aggiustate, secondo le accuse, a penna, con successiva comunicazione della segretaria Comunale Di Saia. La decisione di non rispondere ritiene pulite le delibere, senza necessità di chiarire alcunché, contrariamente alla linea del primo cittadino Aliberti, in precedenza pronto a chiarire colpo su colpo le contestazioni mossegli.

Era successo per l’inchiesta sulla nomina di un avvocato in seno all’ufficio legale, dove alla stessa accusa di falso Aliberti aveva parlato e ampiamente spiegato. In precedenza il sindaco era incappato nel caso Frine Carotenuto, architetto indagata per una contestata vittoria al concorso. L’attività investigativa guidata dal sostituto Roberto Lenza, alla guida dell’ennesima inchiesta sul palazzo comunale di Scafati, non si chiude con l’invito a comparire. L’attività investigativa al momento non riguarda i contenuti delle delibere in oggetto, e potrebbe riservare sviluppi inattesi nel prosieguo. Resta nel mirino anche la attuale segretaria Di Saia, finita al centro di una durissima interrogazione parlamentare.

(a. t. g.)

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