INCENDIO IN VIA DELEDDA

Scafati, la titolare delle auto distrutte dal rogo: «Vivo nella paura»

Ipotizza una ritorsione per la separazione dall’ex marito: «Minacciata di morte»

SCAFATI - «Ho paura, non dormo la notte, temo per la mia vita...». T.A. è la sessantenne alla quale due notti fa hanno incendiato due automobili in via Grazia Deledda, nel cortile del “comprensorio” abitativo dove abitano anche i figli e i nipoti. La donna ha ricevuto nell’ultimo anno e mezzo una serie di “attentati” che attribuisce alla burrascosa separazione giudiziaria con l’ex marito. La incontriamo nello studio dei suoi legali, due penalisti della Piana del Sele, mentre agita il cellulare e mostra le foto delle azioni violente di cui è stata vittima. Non ci sono elementi acclarati finora dalla magistratura, ma la donna li attribuisce all’ex coniuge che vive al piano di sotto. E con il quale non sono mancati episodi violenti e minacce, tutti raccontati in dettagliate querele ai carabinieri.

«Sei un morto che cammina - mi ha detto una volta - Ti porto sul Vesuvio». Sulla montagna del vulcano sarebbero stati portati dei cagnolini della donna di cui non si è saputo più che fine hanno fatto. La sessantenne prende coraggio e racconta altri episodi avvenuti in passato: «Una volta ha tentato di investirmi nel cortile di casa, ha ingranato la marcia indietro e per poco non riusciva nel suo intento». Il racconto che fa dei suoi 32 anni di matrimonio è un copione già visto e fatto di maltrattamenti familiari, minacce e stalking. Racconti di pedinamenti fino al supermercato di apppostamenti sotto casa e di azioni che hanno un solo scopo: creare un perdurante stato d’ansia nella donna al punto di temere per la sua vita e quella dei propri familiari. Ciò che preoccupa la donna è la vicinanza tra le loro case. «È successo che sale sul mio balcone e spia cosa faccio io e le persone che vivono con me». La coppia ha avuto tre figli: due sono sposati ma il più piccolo, minorenne, vive con lei. Poi è arrivata la separazione che si è portata dietro una disputa patrimoniale molto accesa per alcuni immobili intestati alla donna di cui, invece, l’ex marito vorrebbe il pieno possesso.

L’ultimo atto violento subito dalla 60enne - da mano ancora ignota per gli inquirenti è avvenuto la notte tra sabato e domenica, alle 2,30. Un incendio ha distrutto una Fiat Panda e una 500L: le auto usate da lei e dalla figlia. Ci sono però molte similitudini con altri “attentati”, se si può usare questo termine, che hanno avuto come vittima la 60enne originaria della Penisola Sorrentina che lo scorso mese di ottobre si trovò la Panda, ora distrutta dal fuoco, crivellata di colpi di pistola. I proiettili erano stati esplosi contro una portiera dell’utilitaria, lato guidatore. Sempre l’anno scorso, a marzo, nel giorno della festa della donna, subì un altro incendio. Stavolta le fiamme mandarono in fumo il contenuto di un capannone poco lontano dall’abitazione dove c’erano degli elettrodomestici.

«Ho paura, nessuno mi tutela, neppure la Legge», dice la 60enne che si mostra molto spaventata. Alcune sue denunce sono state archiviate, ma i legali si sono opposti, perché gli inquirenti ritengono gli episodi denunciati assorbiti nel limite della «conflittualità familiare ». Lei però è decisa ad andare fino in fondo, mettendoci tanto coraggio: «Lo devo ai miei figli, ai miei nipotini». Ieri ha presentato un’altra querela sugli ultimi episodi accaduti, compresi i suoi sospetti sull’incendio che l’ha lasciata di fatti a piedi e nell’impossibilità di scappare semmai ce ne fosse il bisogno.

(m.l.)