il caso

Scafati, l’odissea di una 70enne

Mancava il personale per trasportarla nel reparto di radiologia

SCAFATI. Non ci sono portantini per trasportarla dal Punto di primo intervento al reparto di Radiologia e deve aspettare l’arrivo della figlia per poter eseguire una radiografia. È la disavventura capitata a Giuseppina Teodosio, 70enne scafatese che ieri mattina si è recata all’ospedale “Mauro Scarlato” di Scafati per farsi visitare dopo una caduta in casa mentre faceva le faccende domestiche e che le è costata un vistoso ematoma alla caviglia sinistra. Ma dopo esser stata visitata dai medici è arrivata la triste sorpresa: «Signora, deve fare una radiografia alla caviglia. Ma nessuno può accompagnarla in reparto. Non c’è il personale». Parole che hanno spiazzato la donna che però, senza perdersi d’animo, ha contattato la figlia chiedendole di recarsi in ospedale e aiutarla a raggiungere il reparto distante pochi metri dal luogo in cui si trovava. Così, dopo circa mezz’ora di attesa in una sala d’aspetto, ha potuto raggiungere il reparto di Radiologia, dove è stata presa in cura dai medici che le hanno effettuato tutte le cure già programmate con i responsabili del Punto di primo intervento. La famiglia della donna, dopo l’odissea vissuta dall’anziana, ora sta valutando se procedere per vie legali contro chi si è rifiutato di accompagnare la paziente presso il reparto di Radiologia. «Siamo arrivati alla frutta»,, ha commentato Mariano Falcone, genero della donna, ex consigliere comunale di Scafati e attuale vice coordinatore regionale del gruppo “Noi con Salvini”. «A mio modo di vedere è davvero grave che una donna di 70 anni non è portata in Radiologia perché non c’è il personale idoneo che può accompagnarla. Tutto questo è inaudito e vergognoso. Chiederò un incontro con il direttore sanitario del presidio, Alfonso Giordano, per chiedere spiegazioni e accertarmi che i cittadini del comprensorio vengano tutelati».

Una questione che Falcone giudica anche dal punto di vista politico. «Il sistema sanitario in Campania è indecente e va riformato», ha ribadito. «Questo non certo per chi ci lavora, ma per le condizioni in cui utenti e personale sono costretti a vivere. La sanità ha bisogno di assunzioni e servizi. I soldi spesi in altri modi, penso alle politiche per l’accoglienza dei migranti, vengano spesi per le cure mediche».

Una situazione paradossale quella vissuta ieri all’ospedale Scarlato dalla signora Teodosio, l’ennesima all’interno di un ospedale da tempo nel mirino delle critiche per la sua apertura a mezzo servizio e la mancanza di un vero Pronto soccorso. Una questione oggetto di scontro tra il centrodestra e il centrosinistra regionale che, da anni, annunciano la riapertura della struttura dopo la chiusura nel 2011.

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