Scafati, disperati si incatenano davanti alla stanza del sindaco

La protesta al Comune. Ennesimo gesto di disperazione dei disoccupati esclusi dalle liste dell’Acse

SCAFATI. Protesta disoccupati: paura a Palazzo Meyer. Si incatenano fuori alla stanza del sindaco, sporgendosi pericolosamente dalla ringhiera.

L’incontro con Aliberti nelle prime ore del pomeriggio riporta la calma nella casa comunale. Un altro giorno di protesta per i tre disoccupati che hanno deciso di rivendicare il diritto al lavoro. Ieri mattina, approfittando di un momento di assenza dell’usciere di Palazzo Meyer, Giuseppe Guadagnola, Carmine Stanzione e Romeo Annunziata si sono introdotti all’interno del Comune passando per la sua stanza. Gli ingressi erano chiusi poiché ieri il Comune non era aperto al pubblico.

Sono saliti al secondo piano e si sono incatenati fuori all’anticamera della stanza del sindaco Aliberti. Uno di loro si è sporto dalla ringhiera. Il megafono è caduto e si è frantumato. «Da qui non ce ne andiamo. Vogliamo un lavoro». Appena qualche giorno fa i tre si erano arrampicati sul traliccio della corrente elettrica davanti agli uffici Acse. Ieri si è ripetuto lo stesso copione delle precedenti manifestazioni di protesta di cui i tre si sono resi protagonisti. Sul posto sono sopraggiunte le forze dell’ordine, che hanno presidiato Palazzo Meyer per ore: Polizia Municipale, ambulanze e la squadra dei Vigili del Fuoco di Nocera Inferiore, coordinata da Antonio Della Porta, con due automezzi e circa 10 unità che hanno posizionato il telo e l’autoscala.

L’assessore Giacinto Grandito: «È il dramma della disperazione che non si vive solo qui, ma dappertutto. Siamo impossibilitati a fare qualcosa». Proprio ieri l’Acse ha diffuso una nota per comunicare che l’agenzia interinale Temporary sta per procedere al sorteggio di 6 unità per 3 mesi e 24 ore settimanali. «Quei posti non ci interessano più - chiarisce Guadagnola -. Chiediamo un lavoro che possa darci maggiori garanzie». Sono ore di tensione a Palazzo Meyer.

Si pensa di evacuare l’edificio. Poi, nel primo pomeriggio arriva Pasquale Aliberti e incontra i disoccupati. Insieme redigono una nota condivisa e sottoscritta. Poi i tre lasciano il Comune. Aliberti: «Comprendiamo la posizione di chi, in questi mesi, preso dalla disperazione, ha dato vita a manifestazioni di protesta contro l’amministrazione. Resta l’impegno di quest’amministrazione per trovare soluzioni che non si scontrino con le procedure amministrative».

Maria Rosaria Vitiello

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