IL CASO

Scafati, assunzioni sospette di uomini del clan

Secondo le dichiarazioni del pentito Loreto la camorra avrebbe chiesto posti nelle partecipate e al Piano di zona

SCAFATI. Si legano a doppio filo le inchieste sulla criminalità organizzata e il clan Loreto-Ridosso e le vicende politico-amministrative dell’ultimo decennio al Comune. Si legano perché la cosca silenziosa capeggiata da Romolo Ridosso e dai suoi rampolli, compreso Alfonso Loreto, è riuscita a entrare nel complesso mondo di politica, favori e appalti grazie ad alcuni personaggi che con la camorra sono andati a braccetto. È questo quello che racconta Alfonsino dal carcere, in regime protetto. È per questo motivo che Loreto, pentito dell’ultima ora, è legato a due inchieste che procedono su binari che si intrecciano in più punti.

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E sì perché i favori, le raccomandazioni e i posti di lavoro o gli appalti in cambio di voti, ma anche le tangenti non sono mancate in questi ultimi anni a Scafati. Tre verbali zeppi di particolari stanno mettendo a dura prova gli inquirenti costretti a interrogatori e verifiche per accertare la veridicità di quanto il giovane figlio di Pasquale Loreto ha raccontato. Procedono a ritmo serrato e si intrecciano le inchieste dei sostituti Russo e Cardea da un lato e quella di Montemurro dall’altro. Sulla prima sono al lavoro gli uomini del Reparto territoriale e della Dia, sull’altra – insieme ai carabinieri – la commissione di accesso che si è insediata a marzo al Comune per verificare le infiltrazioni della camorra. Loreto che elenca decine di nomi di vittime e complici, nei tre verbali già depositati, ha parlato davvero molto. Tira in ballo il ruolo di vecchi e nuovi pregiudicati che in cambio di posti di lavoro sono diventati galoppini politici del centrodestra.

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E grazie a questo aiuto si sono inseriti, attraverso cooperative o anche singolarmente, in lavori socialmente utili. Nel mirino le partecipate del Comune di Scafati: Acse, Scafati Sviluppo, Scafati Solidale e attraverso quest’ultimo ente il Piano di Zona S1, di cui Scafati è capofila. Il capitolo sugli appalti pubblici è ancora coperto dal segreto e da quegli omissis che celano i segreti di un decennio. Nei suoi verbali, il collaboratore di giustizia spiega come il clan Loreto-Ridosso ha fatto affari e ha imposto tangenti. È spiega anche come personaggi molto noti in città hanno tratto benefici dal clan. La cosca è riuscita a ritagliarsi uno spazio nel sistema tangenti e appalti rispetto a clan di altre province. I Ridosso-Loreto hanno spartito la grossa torta delle tangenti con i Casalesi.