CAMORRA E AFFARI

Scacco al “Sistema”, si costituisce De Vivo

Peppe ’o russ si è recato al carcere di Salerno con il suo legale: secondo la Dda organizzava le attività criminali del clan

PAGANI - Peppe ‘o russ si è costituito al carcere di Salerno. Accompagnato dal suo avvocato, Giovanni Pentangelo , il 43enne paganese Giuseppe De Vivo (da non confondersi con l’omonimo cugino anche lui coinvolto nella stessa inchiesta) non era stato trovato a casa venerdì notte, quando polizia, carabinieri e guardia di finanza hanno eseguito un’ordinanza di custodia con 25 arresti, scompaginando il clan Fezza De Vivo. In quel blitz, oltre al 43enne De Vivo, erano sfuggiti anche il 37enne cugino Andrea De Vivo , il 35enne Francesco Fezza , i 32enne Daniele Confessore e il 44enne fratello Vincenzo Confessore , il 22enne Emanuele Amarante e un altro indagato, tutti di Pagani. Tutti sono attivamente ricercati dalle forze dell’ordine, coordinate dal pm Elena Guarino e dal procuratore capo Giuseppe Borrelli , e non si esclude nemmeno che la pressione delle ricerche possa aver indotto alla costituzione in carcere di Giuseppe De Vivo.

Va ricordato che, al momento, Andrea De Vivo e Fezza sono sotto inchiesta per essere promotori, capi e dirigente della presunta associazione per delinquere, mentre i Confessore ne sarebbero “dirigenti”, quindi all’esecuzione della misura cautelare mancherebbe il gotha del nuovo “sistema” paganese. Rimane, quindi, sempre da chiarire dove fossero questi sei nelle ore del blitz e la coincidenza nella mancata presenza nelle notte di venerdì nelle loro case a Pagani.

Il 43enne Giuseppe De Vivo è indagato dalla Dda di Salerno in quanto considerato partecipe dell'associazione per delinquere di stampo camorristico dei Fezza-De Vivo, della quale sarebbe stato un punto di riferimento tale da essere ritenuto, stante l’ipotesi investigativa, quale direttore e organizzatore delle attività criminali. Peppe ‘o russ’ , come viene soprannominato Giuseppe De Vivo, avrebbe partecipato alle forniture delle sostanze stupefacenti nelle “piazze” controllate e sarebbe stato anche partecipe dell’associazione finalizzata proprio allo spaccio di droga.

Quest’ultima associazione, chiamata il “Sistema” avrebbe suddiviso Pagani in nove spaccio più la decima che era tutta la città di Nocera Inferiore. Avrebbe, inoltre, curato i rapporti con diverse persone con il clan, sia imprenditori sia malavitosi paganesi e non su mandato del cugino Andrea De Vivo. Si sarebbe occupato anche delle attività di infiltrazione del clan nelle attività economiche attraverso le imprese riconducibili ad Alfonso Marrazzo , l’ex assessore comunale di Pagani e presidente della Pedema (la cooperativa che si occupava anche delle sanificazioni) e di cui sarebbe stato elemento di raccordo con il clan, ipotesi negata proprio da Marrazzo che avrebbe detto di conoscere Peppe ‘o russ’ solo perché vicino di casa. Non si esclude che nelle prossime ore potrebbe essere sottoposto ad interrogatorio di garanzia da parte del Gip Pietro Indinnimeo che ne ha ordinato l’arresto, al massimo ad inizio della settimana prossima.

Le sue risposte, opportunamente vagliate dalla magistratura potrebbero portare ulteriori elementi di conoscenza dell’attività del clan egemone a Pagani. Alcuni indagati hanno negato davanti al Gip ogni ipotesi accusatoria, altri, negli interrogatori di garanzia di martedì e mercoledì scorsi, hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere.

(sdn)