blitz anticamorra ad afragola 

Scacco al clan Moccia, 45 arresti 

La cosca imponeva il “pizzo” a tutti. Indagati anche due poliziotti

NAPOLI. Un’operazione della Dia di Napoli contro il clan Moccia di Afragola si è conclusa con l’arresto di 45 persone, tra cui Luigi Moccia, figlio del defunto boss Gennaro. Tra gli indagati, anche due poliziotti. Il “sistema” Moccia non faceva sconti a nessuno. Centinaia le ditte prese di mira dal clan che chiedeva il “pizzo” nelle tre canoniche rate di Natale, Pasqua e Ferragosto a imprenditori e commercianti. Dei quarantasei capi di imputazione contestati dal gip di Napoli Tommaso Perrella ai 45 raggiunti da misure cautelari nell’ambito dell’operazione denominata “Leviathan”, ben quaranta riguardano estorsioni aggravate dal metodo mafioso. Ma il clan non agiva solo ad Afragola, località a nord di Napoli, ma anche a Caivano, Acerra, Frattamaggiore. Tutti i paesi limitrofi al quartier generale della cosca erano nella “competenza” del gruppo. I Moccia, così, hanno chiesto 30mila euro al responsabile dei lavori per la realizzazione di nuovi loculi al cimitero di Caivano, e lo stesso hanno fatto per i cantieri nei camposanti di Frattamaggiore, Frattaminore e Grumo Nevano. Gli “esattori” hanno estorto denaro anche alle ditte che si sono occupate negli anni di consolidamenti e ristrutturazioni di immobili comunali, come la ex Casa del fanciullo di Afragola. Ad Acerra invece il clan ha chiesto il “pizzo” alle aziende che si occupavano della raccolta di rifiuti, come a Caivano dove avrebbero pagato diecimila euro. Stessa situazione a Frattamaggiore e Frattaminore dove invece le ditte avrebbero sborsato “appena” seimila euro. Quarantamila euro invece sono stati chiesti alla ditta che nel 2015 si è occupata della ristrutturazione del castello medievale di Caivano, cifra poi salita fino a 70mila euro all’anno. Infine, il clan imponeva anche il pagamento di 250 euro all’anno a tutti gli ambulanti che operavano nel mercato rionale di Afragola.