Sassano, segnali di pace dopo la strage

Incontro al cimitero tra due mamme delle vittime. Scambiate parole di comprensione per la madre di Luigi e Gianni

SASSANO. Quattro giovani vite spezzate, tre famiglie distrutte e un’intera comunità, quella di Sassano, incredula e addolorata per quanto successo domenica pomeriggio davanti al bar “New Club 2000” della frazione Silla del piccolo centro del Vallo di Diano. Sono passati cinque giorni esatti da quando Gianni Paciello, con la sua Bmw 520 nera, si è schiantato a folle velocità contro la vetrina del locale, uccidendo suo fratello Luigi ed altri tre suoi amici: Giovanni, Nicola e Daniele.

Ora i loro corpi sono seppelliti nel cimitero di via Santa Maria a Sassano. Ed è proprio lì, che il giorno dopo i funerali, Lina, la mamma di Nicola e Giovanni, e Maria, la mamma di Daniele, si sono incontrate per salutare e stare vicino ai loro figli. «Pina ha un dolore grande. Ha un figlio morto, ucciso dal suo stesso sangue, da suo fratello Gianni. Lei non può chiedere nemmeno giustizia. Non può piangere nemmeno suo figlio», sarebbe stato detto da una delle due donne all’interno del luogo santo.

Una frase che potrebbe essere vista come un segnale di pace e di comprensione nei confronti di Pina e Francesco, genitori di Luigi. Un commento che potrebbe mettere a tacere le dicerie e le malelingue di quanti si auspicavano astio ed odio fra le tre famiglie. Qualcuno, infatti, nel giorno dell’ultimo saluto ai quattro ragazzi avrebbe detto a margine del funerale di Luigi Paciello, in un collegamento televisivo, «si prospetta un funerale movimentato, può succedere di tutto», un’espressione poco felice che ha indignato quanti in quel momento si trovavano davanti al televisore. Qualche altro “benpensante”, invece, si informava tra la gente del perché i funerali delle quattro vittime si celebrassero in orari diversi ed in chiese differenti, invece che all’interno di un’unica celebrazione eucaristica.

Tanto lo sdegno degli amici e dei parenti delle vittime, perché speculare e dire falsità su una tragedia come questa non fa altro che fomentare altro dolore.

Anche nei confronti di Gianni Paciello non sono mancate parole di rabbia e di indignazione: «In auto correva sempre, ha distrutto tante vetture. Aveva questa fissazione. Si sentiva più maturo premendo l’acceleratore. Ed ora? Si rende conto che ha ucciso quattro ragazzo, tra cui il suo fratellino? È un mostro», ha scritto Antonio su facebook. Ma c’è anche chi per lui ha parole di comprensione: «Gianni sta soffrendo sicuramente. Per lui il male minore sarebbe stato morire. Ora infatti si trova a dover portare il senso di colpa. Pensa a quello che ha combinato. Si starà chiedendo se riceverà mai il perdono dalle famiglie dei suoi amici, dai ragazzi che lui stesso ha ammazzato. Cosa ancora più brutta, si chiederà se i suoi genitori e il piccolo Luigi potranno mai perdonarlo».

Erminio Cioffi

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