L'INCHIESTA

Sarno, “pizzo” e rapina al barista: arrestato l’autore del raid

Ai domiciliari il 32enne Alfredo Pinto. Le indagini della polizia dopo la denuncia: nel mirino i titolari del “Cavaliere”

SARNO - È finito agli arresti domiciliari con l’accusa di estorsione il 32enne sarnese Alfredo Pinto , raggiunto da un’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip del tribunale di Nocera Inferiore su richiesta della procura, sulle base indagini svolte dagli uomini del Commissariato polizia di stato di Sarno. I fatti contestati risalgono al settembre scorso, quando l’indagato secondo le ricostruzioni degli inquirenti, si presentò presso il bar “Il Cavaliere” minacciando i titolari: in caso di mancata risposta alle sue pretese, “gli avrebbe spaccato la faccia”, intimidendoli con una bottiglia di birra brandita quale arma contundente, minacciando di romperla in testa ad un dipendente. L’obiettivo dell’indagato era l’incasso del bar, che secondo le sue richieste doveva essergli consegnato, con ulteriore cessione di bevande e sigarette a suo piacimento, ovviamente senza pagare.

L’azione criminale si svolse in due tempi, perché dopo la minaccia, sempre utilizzando la bottiglia come fosse un corpo contundente, Pinto costrinse il dipendente ad accompagnarlo presso la cassa corrente del locale, individuata nell’area ristorante. Il sarnese finito agli arresti domiciliari, ora atteso dall’interrogatorio di garanzia fissato per domani davanti al gip del tribunale di Nocera Inferiore, ed assistito dall’avvocato Francesco Paolo Laudisio , dovrà rispondere di due diversi capi d’imputazione, uno di estorsione collegato alla rapina e un altro di rapina “semplice”, consumati in sequenza contro il cassiere della zona bar del locale situato all’uscita autostradale di Sarno. L’azione investigativa, partita dopo la denuncia presentata dai titolari alla polizia, ha ricostruito le modalità dell’episodio, raccogliendo le informazioni, a partire dalla testimonianza del cassiere, costretto a condurre l’indagato nel punto cassa dell’area ristorazione, dove confluivano i soldi materialmente incassati nel corso delle attività.

Dopo il raid, con i soldi in tasca, non precisamente quantificati, Pinto fece perdere le sue tracce nel volgere di pochi minuti, rendendosi irreperibile. Nel giro di un mese e mezzo la sua azione criminale è stata ricostruita passo per passo dagli agenti del locale commissariato con la richiesta del pm di emissione di misura cautelare a carico. Il tipo di reato, l’azione violenta e le parole minacciose proferite nel corso dei momenti decisivi, hanno fatto scattare la custodia cautelare agli arresti domiciliari da parte del giudice, su richiesta presentata dalla procura che coordinava i riscontri sul campo. Ora l’uomo potrà difendersi davanti del giudice nell’interrogatorio di garanzia.

Alfonso T. Guerritore