EMERGENZA MALTEMPO

Sarno, l’ira degli sfollati: «Maledetto rogo»

Fango e 300 residenti costretti a lasciare le case

SARNO - «La cosa che mi fa più rabbia in questo momento è che noi veniamo sbattuti fuori dalle nostre case e quei disgraziati se ne stanno tranquilli nelle loro, casomai anche ridendo della nostra tragedia. Non li perdoneremo mai». Sarno, ore 8: Peppe, 65 anni, urla disperato. Ha lasciato la sua abitazione nella “zona rossa”, quella che l’amministrazione comunale ha deciso di evacuare a scopo precauzionale dopo le colate di fango delle ultime ore. «La vedete questa montagna? Quella sera del 5 maggio 1998 fu la nostra salvezza, oggi invece siamo costretti a scappare per paura che venga giù tutto», ripete indicando il monte Saretto, la “salvezza” della tragica alluvione di 21 anni fa. Adesso, invece, dopo il devastante incendio dello scorso 20 settembre, proprio quel monte devastato è diventato la causa dell’evacuazione. Peppe non va via. Resta in piazza Michelangelo Capua ad assistere alle operazioni di evacuazione. È arrabbiato, indica le caditoie che non sarebbero state pulite, ma il pensiero è rivolto soprattutto a quei “maledetti giovani” che appiccarono il fuoco sul Saretto. Mettendo a rischio la vita di centinaia di persone, anche a distanza di due mesi dal rogo. Come l’anziano, ieri mattina in 300 - stando ai numeri diramati da palazzo San Francesco - lasciano di buon’ora le loro abitazioni. I residenti di via Pietro Nocera, Vicolo Orefice, via Mortaro e vicoli adiacenti, vicolo San Martino e vicolo Tre Corone, prendono i loro “fardelli”: nelle loro case non vi rientreranno prima di oggi, sperando nella clemenza del tempo. A verificare che tutti andassero via, decine di volontari ma anche i vigili urbani, “armati” di lista con nomi ed indirizzi dei residenti nella zona rossa.

Luisa Trezza

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