Sarno, il teatro verrà affidato ai privati

L’Ente non può accollarsi le onerose spese di gestione. Per ora la struttura rimane chiusa

SARNO. Approderà in Consiglio comunale la questione del teatro di piazza Cinque Maggio. Singolare è anche la proposta di discussione perché, alla fine, l’amministrazione Mancusi ha deciso per la gestione esterna della struttura. In pratica, il consiglio, sovrano in materia di tali scelte, dovrà solo ratificare un indirizzo già approvato in giunta, evitando soluzioni diverse quali la gestione diretta.

Il teatro, già intitolato a “De Lise”, non è ancora stato consegnato al Comune, benché completato, per problemi sui pagamenti alla ditta, che vanta pendenze con istituti previdenziali e non è ancora in grado di chiudere il cantiere.

Però, la struttura c’è ed è anche pronta a funzionare. Il teatro si snoda su due livelli e comprende una sala-platea con capienza di 436 posti a sedere, di cui 222 poltroncine fisse in platea e gradinata-balconata, e 214 sedie mobili all’interno dei palchi. Poi, c’è il palcoscenico, i camerini, i servizi igienici, un bar e un ampio foyer, oltre a una saletta sottostante, che sbuca su via Esposito, nella quale è possibile tenere convegni e mostre. La giunta ha escluso la gestione diretta per l’assenza di figure specifiche in pianta organica, ma anche per i notevoli costi e, così, si ricorrerà al privato attraverso un bando che, secondo l’indirizzo proposto, dovrà garantire tanto la conservazione del bene, quanto la funzione sociale dell’attività, senza tralasciare l’aspetto economico-finanziario.

Dovrà essere assicurato un regolare funzionamento della struttura e una conduzione continuativa delle attività, tenendo conto anche delle iniziative proposte dall’associazionismo locale. L’affidamento dovrà avvenire per un periodo di nove anni, con oneri di esercizio e manutenzione ordinaria e straordinaria di struttura e attrezzature a carico del concessionario. L’aggiudicazione avverrà con un'asta al rialzo che, secondo indiscrezioni dovrà partire da almeno 50mila euro annui da versare al Comune che, in 9 anni, incasserà circa mezzo milione di euro, ma si sgraverà dei costi.

Oltre al teatro, il privato dovrà garantire anche un numero di giorni minimo per cinema, al quale, però, la struttura dovrebbe essere adeguata. L’ente si riserverebbe anche un congruo numero di giorni da destinare ad attività dallo stesso promosse. La discussione si snoderà sul piano economico di gestione e sulla appetibilità di privati di un teatro che, dopo lunghi tempi di realizzazione, quasi trent’anni, rischia di essere un pesante fardello per le amministrazioni, visto che si parla di costi annui per circa 200mila euro.

Gaetano Ferrentino

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