Sarno fornisce acqua e le falde sono sature

Il fenomeno va avanti da tempo nell’indifferenza delle istituzioni. Finiscono sott’accusa l’Ato e la Gori

SARNO. La subsidenza è il male oscuro che ha colpito parte della città dagli anni ottanta. Il fenomeno colpisce tutti gli edifici dell’abitato che va dalla dorsale di piazza Garibaldi fino a via Bracigliano. Crepe, lesioni, con livelli che si alzano e si abbassano a seconda della captazione delle sorgenti.

Si chiama vetrino, quello che i tecnici usano per controllare la dinamica di crepe e verificarne il decorso per comprendere gli interventi, anche strutturali, da apportare sugli immobili. Danni che i proprietari ricevono per l’emungimento della falda e, così, mentre altri paesi beneficiano della risorsa, loro si tengono le crepe e devono mettere mano alla tasca per la manutenzione dei loro edifici. Sulla questione si avverte poco la voce delle istituzioni locali che non prendono posizione decisa e non fanno apportare correttivi.

La falda di Sarno, secondo i dati di settore, è una delle più sfruttate d’Italia, con elevata quantità riversata verso i centri del vesuviano. Le captazioni arrivano al 87% delle sorgenti con l’acquedotto regionale, che, ormai, opera in maniera del tutto avulsa rispetto al territorio cittadino, non avendo cura di rapportare la velocità di emungimento rispetto alle necessità geologiche cittadine. Gli Amici del Sarno, che costantemente monitorano la questione del fiume, invitano il Comune ad aprire una forte vertenza contro la Regione e la Gori per porre un rimedio a questo stato di cose.

Viene fortemente messa in discussione la legittimità delle percentuali di captazioni, in presenza di danni al territorio. La critica più forte si concentra contro la politica di investimenti sulle strutture portata avanti dalla Gori di concerto con l’Ato 3 Campania. Infatti, sono insufficienti le risorse destinate all’ammodernamento della rete idrica con un tasso di dispersione di circa il 50%. La riduzione delle perdite idriche permetterebbe di abbassare anche la percentuale di captazione delle sorgenti del Sarno, con effetti positivi sulla falda.

Questa oculata politica di gestione delle reti di trasporto idrico, infatti, eviterebbe le oscillazioni della falda, ammortizzando gli effetti negativi sul territorio. Di conseguenza, anche il fenomeno della subsidenza subirebbe un drastico calo, diminuendo l’incidenza negativa sullo stato di conservazione degli edifici. Insomma, la carenza di fondi da investire nella sostituzione e ammodernamento delle tubazioni causa scompensi geologici. Il compito del Comune sarebbe di portare tali istanze con forza nelle istituzioni superiori, puntando al razionale utilizzo della risorsa idrica per evitare disastri naturali.

Gaetano Ferrentino

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