Sarno, crolla il “mattone” Svalutate case e negozi

La crisi del mercato immobiliare: i prezzi sono al di sotto della media provinciale Ma sui commercanti pesano anche i tributi. E spunta il fitto con la fidejussione

SARNO. Crolla il mercato immobiliare locale che segna i picchi più bassi degli ultimi 10 anni. Il dato negativo riguarda sia la vendita che le locazioni con cifre che si attestano al di sotto della media provinciale. Il costo degli immobili è sceso a un valore medio di 1561 euro al metro quadro a fronte di un livello provinciale che si attesta sui 2100, mentre il costo delle locazioni è calato a 3,64 euro sempre al mq a fronte del dato provinciale di 6,36 euro.

A luglio, per gli immobili residenziali in vendita sono stati richiesti, quindi, in media 1561 euro al mq contro i 1719 registrati nel luglio 2012 (meno 9%). Il picco più basso si è toccato a marzo 2013, quando si è scesi a 1368 euro per mq.

Anche gli affitti, confrontando i contratti sottoscritti, hanno subito un calo di circa il 2 % raffrontando 3,64 euro mensili al mq del 2013 con i 3,71 del 2012. È il sintomo che la liquidità e calata non favorendo l’investimento nel mattone e facendo in modo che l’offerta superi la domanda.

Offerta e domanda non si incontrano soprattutto perché spesso l’offerta non vuole adeguarsi ai nuovi parametri. Questo capita soprattutto per i locali ad uso commerciale in pieno centro. In molte strade le saracinesche sono state calate per la congiuntura negativa, ma faticano a rialzarsi per diversi motivi. Primo fra tutti è la pretesa dei proprietari che non abbassano il canone mensile, non stimolando la richiesta dei propri immobili, preferendo piuttosto tenerli chiusi.

Capita che, in molti casi, pur di aprire una attività, i commercianti cedano alle richieste elevate, ma, in breve tempo, vanno incontro a difficoltà, aprendo, poi, il percorso giudiziario delle ingiunzioni di sfratto per morosità. Così, è diventato d’uso comune nei proprietari richiedere ai locatari una polizia fideiussoria a garanzia degli impegni assunti.

Le richieste elevate di canoni non si sposano, sovente, con un contesto armonioso che presenta notevoli carenze di servizi, soprattutto nel centro storico, dove molti proprietari non si vogliono rassegnare a calare i fitti. Ulteriore e non trascurabile fattore è la tares, ex tarsu, che per le utenze non domestiche ha costi rilevanti, costituendo una barriera economica che invita a ridurre le superfici delle attività per sopravvivere e, in molti casi, influisce in maniera determinante sulle chiusure. Nonostante la raccolta differenziata, migliaia di euro vengono richiesti alle attività commerciali che continuano a chiedere, inascoltate, un abbassamento dei costi del servizio, fondamentale per favorire la ripresa.

Gaetano Ferrentino

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