L'INCHIESTA

Sarno, così la cocaina arrivava su ordinazione 

Le intercettazioni incastrano i pusher: le telefonate coi clienti ed i complici

Si muovevano su ordinazione gli spacciatori sarnesi raggiunti l’altro ieri da undici misure cautelari tra arresti in carcere, ai domiciliari e obblighi. Il meccanismo andava avanti con le telefonate per concordare i luoghi d’incontro e “risolvere” le consegne. Da una parte, i consumatori cercavano continuamente i fornitori, e dall’altra i carabinieri monitoravano, disponendo interventi mirati per riscontrare l’attività illecita.
Il 15 marzo un cliente chiama Giovanni Violante, finito ai domiciliari, e concorda un appuntamento. Dall’altra parte sono in ascolto i militari, i quali predispongono un controllo per riscontrare la presenza di droga. Violante, di fronte al posto di blocco, fugge a bordo della sua Smart forzando l’alt e dirigendosi a tutta velocità verso il centro abitato. Durante il tragitto, lo stesso chiama la madre perché si liberi della droga. “Ma’ butta tutto mi stavano arrestando me ne sono scappato, sta nella sedia, fai presto”. “Digli che stai senza assicurazione”, “Se vengono digli che non ci sono”.
Il 12 febbraio i militari fermavano Domenico D’Amora nel parcheggio dell’hotel “Il Cavaliere” a Sarno ma al momento dell’accertamento il pusher si era già disfatto della droga. In una siepe poco distante i carabinieri ritrovarono cinque involucri di cocaina e, nei paraggi, anche il cliente contattato per la consegna delle dosi. L’episodio non passa inosservato nel gruppetto di venditori. Umberto Bombino, sotto inchiesta anche lui, chiama un amico e commenta la cosa preoccupato, visto che D’Amora ha la sua auto: “È successo un casino, è successo un tredici, hanno fermato Domenico qua fuori... stavano con due, tre macchine in borghese. Fammelo chiamare, fammi vedere…”. “Chiamalo ma non fare scimità che quello sta sopra la caserma adesso”, “il collega mio di lavoro, mi ha detto prestami la macchina io ho detto prenditela”. “A casa è piena di insetti”, dirà poco dopo Bombino, riferendosi ai carabinieri in azione, “quindici, venti di loro”. Le intercettazioni documentano l’attività di smercio di stupefacenti da parte di Bombino, il quale adopera con la sua clientela un gergo stretto dove per le dosi, da consegnare nei pressi del suo luogo di lavoro o in altri punti concordati con appuntamento, si adoperano termini come “una goccia di amaro”, “il servizio”, “il caffè”, “una cosa fresca”. “Però stai zitto che ci sono un paio di ragazzi scemi che non voglio far sapere niente, facciamo gli indifferenti”, riferisce per precauzione Bombino.
Da domani cominciano gli interrogatori con gli arrestati in carcere: Gerardo Robustelli, noto alle forze dell’ordine e arrestato più volte, ritenuto pusher abituale, Gianluca Amato alias “Mullica”, Francesco Celentano e Giovanni Stellato, gli indagati finiti ai domiciliari Zaccaria Chajadine, Massimo Crescenzo, Antonio D’Angelo, Giovanni Violante di Nocera Inferiore, Domenico D’Amora e Umberto Bombino, e infine Karim Nadari, destinatario di obbligo di presentazione alla pg. L’operazione è stata eseguita dagli uomini della stazione carabinieri di Sarno, guidata dal comandante Toni Vitale, col coordinamento del pm Roberto Lenza; le ordinanze sono state firmate dal Gip Paolo Valiante.
Alfonso T. Guerritore
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