IL CASO

Sarno, casa rifugio: apertura tra le polemiche

Bellomo critica Agro Solidale e Robustelli: «La struttura per le vittime di violenza non è ancora operativa. Privacy ignorata»

SARNO - Pronta all'inaugurazione la Casa rifugio destinata all'accoglienza delle donne vittime di violenza. La struttura di piazza Croce sarà operativa entro un mese, ma manca ancora il personale e un sistema di videosorveglianza. Nell'ex convento delle suore d’Ivrea nasce un centro rifugio per donne e minori vittime di violenza. A confermarlo è stato il vicesindaco ed assessore con delega alle Politiche sociali, Roberto Robustelli : «Presto sarà inaugurata, emergenza pandemica permettendo, la casa rifugio per donne vittime di violenze e maltrattamenti ha affermato - .

La struttura, finanziata con fondi della Regione Campania (200mila euro circa, ndr) , è stata realizzata nei locali di piazza Croce dove erano ospitate le Suore di Santa Marta». In particolare, i servizi della struttura, che è pronta ad essere inaugurata e ad accogliere fino a 5 nuclei familiari, saranno rivolti alle donne e ai minori che hanno subito violenza o sono stati minacciati. La figura che ha seguito l’iter per la realizzazione della Casa rifugio, assieme all’assessorato alle Politiche sociali, è stata la consigliera comunale con delega alle Pari opportunità, Maria Bellomo . «Tre anni fa circa, in collaborazione con Agro Solidale, è partito il progetto a Sarno della Casa rifugio per le donne vittime di violenze, grazie ad un cospicuo finanziamento della Regione. È un progetto in cui ho creduto sin dall'inizio e che ho seguito passo dopo passo, anche in virtù del fatto che sono consigliera delegata alla commissione pari opportunità. Sento, insieme alle donne e alle consigliere di maggioranza e opposizione, di rappresentare tutte le donne che sfortunatamente si trovano nella condizione e nel bisogno di essere tutelate e protette, essendo vittime di uomini violentiha detto - . Non era mia intenzione pubblicizzare questa iniziativa in quanto, al momento, è stato completato solo un primo step con l'arredamento

. Manca ancora la fase gestionale con l'assunzione di operatori dal profilo professionale idoneo. Tuttavia era necessario e doveroso chiarire quanto erroneamente pubblicato sui social, senza nessun confronto con chi ha sempre seguito in prima persona la vicenda. La Casa rifugio non è ancora operativa in quanto non è ancora chiara la scelta e la modalità di assunzione dello staff di operatori che dovrà gestire la struttura ». Stoccate dalla Bellomo, inoltre, anche su come è stata gestita la comunicazione sulla vicenda: «Aver rivelato il sito in cui ha sede la Casa rifugio è stato un atto di leggerezza e superficialità, in quanto doveva rimanere nel più totale riserbo, sia per motivi di sicurezza della struttura stessa, sia per la protezione e sicurezza delle donne che vi saranno ospitate. Mancano ancora sistemi di sicurezza e l’immobile può essere oggetto di atti vandalici. Non è assolutamente permesso indicare la logistica di queste sedi protette».

A far chiarezza sulle perplessità evidenziate dalla consigliera comunale Maria Bellomo, è stato il èresidente del Cda di “Agro Solidale”, Ferdinando Prevete : «A breve ci sarà la pubblicazione di una Manifestazione di interesse rivolta alle agenzie interinali per la selezione del personale. Nel frattempo l’Ente d’Ambito metterà a disposizione il proprio personale con varie figure professionali - ha precisato - . Abbiamo fatto un sopralluogo nella struttura per dotarla, quanto prima, di un sistema di videosorveglianza e di un collegamento diretto con le forze dell’ordine. Entro un mese prevediamo di aprire il centro e di accogliere alcune donne che ora sono in altre strutture. Mancano solo gli elettrodomestici e le telecamere. Inoltre, essendo una casa di accoglienza, non vi era nessun obbligo di tenerne segreta la posizione ».

Danilo Ruggiero