“Sarastra”, Aliberti apre un nuovo fronte 

I legali dell’ex sindaco hanno chiesto l’acquisizione del verbale di interrogatorio dell’imprenditore Longobardi

«Contraddizioni tra le dichiarazioni dell’imprenditore Aniello Longobardi su Pasquale Aliberti»: così la difesa dell’ex primo cittadino scafatese, sotto processo quale imputato principale nel processo “Sarastra”, apre un nuovo fronte nel dibattimento. La questione è stata posta in apertura dell’udienza di ieri, quando l’avvocato Giuseppe Pepe, co-difensore di Aliberti con l’avvocato Silverio Sica, ha chiesto l’acquisizione di un verbale di interrogatorio dell’imprenditore conserviero attivo a Scafati, relativo ad un procedimento nei suoi confronti per l’accusa di riciclaggio aggravato dal metodo mafioso archiviato nel 2015.
Quella documentazione, ha spiegato l’avvocato Sica, «era stata richiesta per delle investigazioni difensive necessarie per questo processo all’ufficio del pm, ma ci è stata negata». In particolare, secondo la difesa di Aliberti, in quei documenti sarebbe delineata la posizione di vittima di estorsione dell’imprenditore, rispetto ad esponenti dei clan Di Lauro-Sorrentino, con rapporti di natura contrattuale riguardo esponenti della famiglia Ridosso, sotto accusa in questo attuale dibattimento proprio per contiguità con l’amministrazione di Aliberti. Quel procedimento sarebbe necessario per chiarire - secondo la difesa di Aliberti - una volta per tutte i rapporti di Longobardi con i Ridosso-Loreto: «Riteniamo che Longobardi abbia accusato il dottor Aliberti per sfuggire alle proprie responsabilità», ha spiegato l’avvocato Pepe in aula, parlando di «comparaggio» e di rapporti da chiarire. «In quattro mesi i rapporti con i Ridosso sono passati da contrattuali ad accusatori», ha detto il legale.
Gli avvocati del politico scafatese, come sempre presente ieri in aula, hanno infine chiesto di poter esplorare la questione, per vagliare l’attendibilità del teste, direttamente all’attenzione del collegio presieduto dal giudice Raffaele Donnarumma: la decisione è attesa nel corso delle prosieguo del dibattimento, con la riserva posta dal tribunale.
La posizione di Longobardi, ex vicepresidente della partecipata Acse, ascoltato nell’incidente probatorio svolto al termine della fase preliminare delle indagini quale parte offesa, è individuata come riscontro delle dichiarazioni del pentito Alfonso Loreto. La decisione dei giudici riguarderà l’eventuale acquisizione delle dichiarazioni rese nell’altro procedimento, quello archiviato, per poi decidere in ultima ipotesi di sentire l’imprenditore. Questo snodo processuale ha richiamato l’attenzione, tra gli altri, dell’avvocato Michele Sarno, difensore di Andrea Ridosso, imputato con Aliberti, «per comprendere i temi della questione rispetto ad eventuali riverberi sulle altre posizioni». Di nuovo al centro del dibattimento, i rapporti tra Aliberti e il clan Loreto-Ridosso rappresentano il cuore dell’intero processo, così come individuati dalla procura e affrontati in numerosi passaggi investigativi già nella parte fin qui svolta del primo grado.
Dopo i vertici della Dia di Salerno, con il colonnello Giulio Pini e il capitano Stefano Iannaccone, il processo “Sarastra” procede sui binari del dibattimento, con i continui contrasti affrontati punto per punto dalla difesa dell’ex sindaco Aliberti.
Alfonso T. Guerritore
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