«Sarà la fine per le nostre attività» 

I commercianti della Ss 18 chiedono di essere ascoltati: rischiamo il fallimento

EBOLI. Non è dei migliori l’umore dei commercianti le cui attività si affacciano sulla Statale 18. La bretella che collegherà Agropoli con l’autostrada A2 del Mediterraneo rischia di far crollare il loro volume d’affari. «Siamo avviliti - spiega Rocco Villecco, titolare dello storico caseificio - Le istituzioni ci hanno completamente abbandonato. Si pensa a costruire la bretella nuova, dopo aver già realizzato la parallela alla statale che collega all’aeroporto, invece di potenziare e migliorare questa strada che esiste da decenni. Noi viviamo del turismo di passaggio anche delle code di auto. Per rendere però il traffico più scorrevole, basterebbe migliorare l’uscita di Battipaglia. È lì il problema, sia in estate che in inverno».
Gli imprenditori della zona lamentano la superficialità con cui sono state di fatto “liquidate” le attività commerciali esistenti lungo la strada statale 18. «Capisco perfettamente la volontà di agevolare la circolazione - spiega Pasquale Rinauro, proprietario di una paninoteca - Sono un automobilista anche io e conosco bene il disagio di trovarsi imbottigliato nel traffico, soprattutto nelle ore più calde della stagione estiva. Ma da commerciante sono preoccupato: questa bretella ci toglierà ossigeno, tagliandoci fuori da ogni flusso economico. Sarebbe opportuno che le istituzioni locali convochino una tavola rotonda per ascoltare le nostre preoccupazioni e le nostre ragioni. Anche noi, che abbiamo fatto e facciamo tanti sacrifici con il nostro lavoro, abbiamo diritto a garantire un futuro alle famiglie».
Anche i cittadinisono preoccupati. «Il traffico c’è - spiega Raffaele La Brocca residente della zona- ma è vero pure che la presenza costante di persone ci aiuta a non rimanere soli, in questa strada di periferia. Ci sono controlli, ora. Cosa accadrà quando da qui non passerà più nessuno? Troverà terreno fertile la microcriminalità? Finiremo come la litoranea di Campolongo, desolata e ostaggio di prostituzione e spacciatori di droga? Penso sia ora di farsi sentire, senza più paura di parlare e dire le cose come stanno».
Laura Naimoli
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