Sapri e la stazione ferroviaria Un crocevia fra tre regioni

Domani in omaggio con “la Città” la ristampa di una fotografia degli anni Trenta La linea fu aperta nel 1894 e contribuì a rompere l’isolamento del Basso Cilento

La sesta cartolina d’epoca in omaggio con “la Città”, proveniente dall’archivio privato dell’editore Ernesto Apicella di Agropoli, ritrae la stazione ferroviaria di Sapri negli anni Trenta. La foto storica mostra una locomotiva a vapore in arrivo sul binario, con un gruppo di civili e ferrovieri che attende sulle banchine. «Potrebbe essere uno scatto occasionale, però l’atteggiamento delle persone farebbe pensare a un evento particolare. E a ridosso degli anni ‘40 sostò a Sapri il treno su cui viaggiava il principe Umberto II» spiega il giornalista Mario Fortunato che ne parla nel volume “Un treno di ricordi” (2003), una raccolta di aneddoti e ricordi legati alla ferrovia che include anche questa immagine d‘antan.

La strada ferrata era stata inaugurata nella cittadina del Golfo di Policastro nel 1894 e mostrò subito la sua rilevanza per il territorio. «Una stazione crocevia di tre regioni, Campania, Calabria e Basilicata – rimarca Fortunato – che sottrasse dall’isolamento il Basso Cilento e il Golfo di Policastro, in cui le strade erano impraticabili e i traffici si svolgevano prevalentemente per mare, con i bastimenti che da Sapri trasportavano legno, derrate e altre merci verso gli altri porti campani. È una stazione dotata fin dall’inizio di impianti per il trasporto merci e di locali di servizio per i dipendenti:le mense, il dormitorio e gli spacci “Provvide”. Sapri era poi una tappa obbligata perché le locomotive avevano necessità di rifornirsi di acqua e carbone». Viene realizzato un solo binario con trazione a vapore: la linea sarà elettrificata nel 1939. «Durante la guerra era florida l’attività di contrabbando effettuata anche sui treni – si legge in un brano di “Un treno di ricordi” – Nella stazione di Sapri i treni stracolmi di gente venivano ispezionati dalla polizia da cima e fondo e attorno ai convogli in sosta accadeva di tutto. I ragazzini si prodigavano furtivamente ad offrire la propria merce, fra’ Ciccillo predicava la pace la solidarietà e poco più dietro, vicino ai carri merci, giovani armati di canne di bambù, diligentemente adattate alla punta, attraverso le fessure esistenti tra i battenti e le portiere scorrevoli, prelevavano i “sanguinelli” provenienti dalla Sicilia».

Negli anni Cinquanta, ricorda ancora Fortunato in “Terra di periferia” (2011), «sulla tratta ferroviaria Battipaglia-Reggio Calabria iniziano i lavori del raddoppio. Deve essere costruito un nuovo binario: i primi cantieri vengono aperti nelle sezioni di linee da Sapri a Praia e da Vallo a Battipaglia. Sono migliaia le persone che vengono impiegate lungo la strada ferrata per costruire ponti e gallerie. I lavori terminano un decina danni più tardi e servono a dare una boccata d’ossigeno all’economia locale che si regge principalmente sulla pesca, con l’agricoltura e la pastorizia. Il raddoppio dei binari duplica anche i servizi ferroviari creando più movimento di persone e di merci e di conseguenza anche nuovi posti di lavoro». Tra i viaggiatori anche i tanti emigranti, diretti al Nord o nei luoghi di imbarco per le Americhe. Negli anni ’70 si registra un movimento consistente di viaggiatori “del ramo”, «perché a quell’epoca Sapri ospitava un’importante scuola di formazione per i ferrovieri».

Oggi la stazione ferroviaria di Sapri ha undici binari. «Ha un posto speciale nel cuore dei sapresi – sottolinea Mario Fortunato – È un luogo dove portare a passeggio i nipotini o fare un giro prima di rincasare. La stazione ferroviaria ha portato sviluppo e potrà dare tanto anche in futuro perché ha tutti i requisiti per ospitare l’alta velocità».

Rosamaria Morinelli

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