“Santuari dell’acqua” contro l’emergenza 

È la proposta del geologo Ortolani: «Sono rocce con falde che si ricaricano e vanno protette e tutelate»

SAPRI. I “Santuari dell’acqua potabile” come risposta all’emergenza idrica. È la proposta di Franco Ortolani, professore ordinario di geologia all’università “Federico II” di Napoli. «Recentemente - spiega Ortolani - ho proposto di istituire i “Santuari dell’acqua potabile”, luoghi o meglio acquiferi, rocce che contengono le falde che ogni anno si ricaricano, da “sacralizzare” per la loro importanza socio-economica e per garantire acqua pura ai cittadini, di oggi e di domani».
Si tratta di rocce in cui hanno origine le risorse idriche di importanza strategica e vitale per il territorio, come le montagne di Sarno e i Monti Picentini, che alimentano sorgenti di migliaia di litri al secondo di acqua potabile. Ce ne sono anche nel Cilento: da Capaccio a Sapri. Sono quelli che alimentano le sorgenti di Capodifiume, le Fistole del Faraone di Rofrano, le Fistole che riempiono il lago Sabetta a Caselle in Pittari, le sorgenti che formano le cascate Capelli di Venere a Casaletto, le sorgenti sottomarine U Vuddo davanti a Villammare, quelle dello scoglio Scialandro a Sapri più quelle che alimentano le sorgenti sottomarine da Scario a Palinuro. «I “Santuari dell’acqua potabile devono diventare - secondo il geologo - aree a elevata tutela ambientale, inaccessibili a qualsiasi installazione di pozzi petroliferi o discariche o interventi inquinanti che possano contaminarne gli acquiferi».
La Regione Campania recentemente ha approvato una legge con la quale vieta le attività petrolifere sugli acquiferi carbonatici carsificati, al fine di tutelare le risorse idropotabili come i Monti della Maddalena, che separano la Campania dalla Basilicata (su cui incombe l’istanza di ricerca di idrocarburi Monte Cavallo) e che riforniscono la val d’Agri con oltre 2000 litri al secondo di acqua potabile e la Campania, nel Vallo di Diano, con oltre 2000 litri al secondo di acqua potabile. Purtroppo «non si può evitare che qualche incidente avvenga nelle articolate infrastrutture che caratterizzano le attività petrolifere. Il pericolo è sui Monti della Maddalena, tra Muro Lucano e la valle del Sele (su cui incombe l’istanza di ricerca di idrocarburi Muro Lucano) e sui Monti Picentini (permesso di ricerca di idrocarburi Nusco). Questi riforniscono circa 7000 litri al secondo di acqua potabile la Puglia. La Regione Campania - conclude Ortolani - ha il dovere di tutelare l’acqua potabile, insostituibile, che ha una importanza strategica».(a. p.)
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