Santoro scompiglia i giochi

Due e non tre le liste in campo: «Una di giovani e l’altra di professionisti»

SALERNO. Si chiarisce il balletto di liste civiche in appoggio alla candidatura di Dante Santoro. È lo stesso ex grillino a spiegarlo dopo l’annuncio a candidarsi di Martina Castellana, che aveva parlato di tre civiche e due candidati sindaco: «Al momento sono solo due le liste. Una di over quaranta e l’altra di personalità del mondo della società civile». Archiviato il “papocchio” dei 5 Stelle - candidato, eletto e poi messo alla porta - Santoro ha messo insieme un sistema che mutua esperienze pentastellate («invitiamo la gente a partecipare alla costruzione del programma») e strizza l’occhio al Pd 2.0 modello Renzi («abbiamo avviato la “Fabbrica delle Idee”) con una Leopolda web aperta a chi vuole «proporre le proprie idee». Ieri è spuntato un nuovo candidato, Germano Porcaro «e giorno dopo giorno ne spunteranno altri nomi. In tanti si appassionano». Ma sono i nomi della società civile che il giovane candidato sta centellinando. «Saranno tutte personalità interessanti. Gente della vera società civile e non legata ai partiti».

Una (ri)partenza, la sua, che sembra venire da lontano. Ma se gli si chiede se il “piano B” era già pronto prima di essere escluso dal Movimento, lui risponde di no. E risponde di no anche quando lo si provoca sull’essere stato uno degli “infiltrati” di De Luca: «Assolutamente no. Alla fine mi dispiace per i militanti grillini ma oltre a me, in quel partito, è scesa in campo gente pronta a dire no a tutto». Chi lo conosce bene sa che l’ambizione di candidarsi a sindaco arriva da lontano («sì, al liceo mi chiamavano già sindaco»). In ogni caso, il suo impegno ha animato questa campagna elettorale per le amministrative 2016. Che con il colpo Castellana ha scosso la monotonia di tavoli e riunioni più o meno segrete, patti e il solito ostruzionismo deluchiano modello “Ecce Bombo” - «Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?» in attesa che il governatore De Luca sciolga il sangue nell’ampolla -. Dal harakiri dei 5 Stelle alla frammentazione del centrodestra fino ai civici che sembrano voler concorrere per il “posto fisso” a Palazzo di Città, Santoro è una boccata d’aria nuova. Certo non è uno statista – ma chi lo è dopo la fine della prima Repubblica ? – e non è nemmeno un amministratore navigato. Ma intanto smuove consensi soprattutto tra i coetanei disillusi dalla politica. Un po’ di più di quanto smosso dalla lista “Giovani per Salerno” – dove anche lui fu candidato – in questi anni di governo.

«Questa è una città che sembra essere sempre uguale a se stessa – spiega – La classe dirigente ha perso la spinta iniziale e non c’è più entusiasmo. Ciò crea inevitabilmente un tappo che non consente a molti giovani di emergere. Ma soprattutto non consente a idee nuove di farsi spazio». Ma Santoro, così come molti altri candidati, parla per frasi idiomatiche: simboli, esperienze già collaudate – «ma da migliorare» – e ancora una volta non c’è l’idea di un progetto città. Una visione ampia.

Sul portale delle “idee” si parla di sociale e di «istituire un sussidio di cittadinanza» e renderlo possibile attraverso «il baratto amministrativo organizzato dall’ente Comune, in partnership con privati». Si parla di urbanistica: «A Salerno – spiega Santoro – sono presenti varie aree ormai in preda all’abbandono da anni o decenni, serve un progetto di rigenerazione urbana che reinventi intere aree ed edifici attualmente nel degrado creando così opportunità nuove, perseguendo obiettivi economici e sociali a beneficio della collettività. Con questo approccio si dice no al consumo sfrenato del suolo e sì a nuove forme di economia e lavoro orientate alla riqualificazione e al recupero dell’esistente». E poi ancora: «La Scuola Medica Salernitana deve diventare la tappa obbligatoria di medici e studenti di medicina del mondo ed il Museo dello Sbarco necessita di riqualificazione, come testimonianza della centralità di Salerno nella storia del ‘900». Idee interessanti sì, ma per amministrare, il progetto città non può esaurirsi solo a idee.

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