Santoro punta sugli indecisi per arrivare al ballottaggio

Obiettivo: convincere a recarsi alle urne anche chi è scontento della politica «Con me ci sono giovani, imprenditori, professionisti ed esponenti di associazioni»

«Porteremo al voto il popolo degli astenuti e di chi è scontento della politica. Così andremo al ballottaggio». È sicuro di sé e del suo progetto civico Dante Santoro, il più giovane candidato sindaco in questa tornata elettorale per il rinnovo del consiglio di Salerno, in campo con tre liste civiche – “Vince Salerno”, “Salerno in Movimento” e “Giovani Salernitani” – ormai chiuse e composte da giovani, imprenditori, professionisti, cittadini, esponenti del mondo dell’associazionismo. Tra qualche ora si presenteranno ufficialmente liste e programmi. Ma l’ex aspirante candidato sindaco per il Movimento 5 Stelle, poi fatto fuori dalla corsa per volontà del blog di Beppe Grillo, che escluse dalle candidature tutti quelli che in passato si erano schierati contro il Movimento, ha deciso di anticipare i tempi, presentandosi alla città con un’iniziativa in programma domani pomeriggio. «Non sarà la classica conferenza ingessata – dice – andremo sulla spiaggia di Pastena per ripulirla e per lanciare un concorso d’idee per il nostro progetto di grande lungomare».

Santoro, partiamo però dagli uomini e dalle donne che compongono le sue liste. Cosa troveranno i salernitani?

«Ogni lista porta un messaggio da dare alla città, niente a che vedere con altre liste che rappresentano solo accozzaglie. Una è la vera lista dei giovani perché sono under 40, non come “Salerno per i giovani” (dove fu candidato nel 2011) che ha sempre avuto una maggioranza di candidati che superavano quell’età. Poi abbiamo una lista civica, “Vince Salerno”, dove ci sono persone che hanno capito che c’è bisogno di sdoganare le vecchie logiche partitiche. E poi c’è “Salerno in Movimento” che rappresenta l’associazionismo e il movimentismo, dove ci sono otto-nove candidati che vengono dal Movimento 5 Stelle, che non sarà della partita».

Lei punta a raccogliere quell’eredità, soprattutto in termini di consensi?

«Penso che siamo quelli che più di tutti sono titolati a portare avanti le istanze del Movimento. La nostra è l’unica lista che ha una forte estrazione grillina. Tuttavia, non ci sono strategie e non so quanto riuscirò a prendere. Posso solo dire che chi vuole scegliere una proposta vicina al M5s può puntare sui nostri contenuti e sulle nostre battaglie».

Il centrodestra si è ricompattato con la candidatura di Roberto Celano. Questa cosa la preoccupa?

«Sinceramente non vedo questa ricomposizione. Mi risulta che ci sono ancora quattro o cinque candidati di quell’area. A parte Amatruda, nessun’altro si è ritirato dalla corsa. Insomma, la frammentazione c’è ancora ed è frutto di una battaglia tra correnti che ha portato a queste divisioni».

Il centrosinistra, invece, sta imbarcando di tutto, anche da destra, per formare una corazzata che possa farli vincere al primo turno. Ce la faranno?

«Noi puntiamo al ballottaggio e penso che ci andremo nonostante gli acquisti dell’ultim’ora. La proposta nuova c’è e noi puntiamo a chi aveva perso fiducia nella politica e grazie a noi si sta riavvicinando al momento elettorale».

In queste settimane ha sviscerato gran parte dei suoi punti programmatici. Ce li riassume?

«Ho elencato i dieci punti per la svolta giusta, le dieci priorità che sono state dimenticate dalla politica e che oggi sono per noi fondamentali. Prima di tutto bisognerà tagliare gli sprechi e le tasse che sono alle stelle e già queste servirà a ricreare un’economia locale che è a pezzi. Poi, bisognerà lavorare di più sulla valorizzazione del territorio. Si lavora ancora molto sul cemento e poco sulla valorizzazione dell’esistente. In queste settimane abbiamo parlato del fronte mare e della necessità di creare un’economia collegata. E ancora la valorizzazione della Scuola Medica Salernitana e del Museo dello Sbarco devono diventare un’attrazione per Salerno che è stata Capitale d’Italia».

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