Santoro non calunniò l’accusatore 

Prosciolta l’ex comandante della Forestale di Foce Sele condannata per tangenti

CAPACCIO. Marta Santoro non calunniò uno dei suoi accusatori. Lo ha stabilito il giudice dell’udienza preliminare Stefano Berni Canani, che ha emesso per l’ex comandante della Forestale di Foce Sele (condannata a 8 anni per tangenti) un provvedimento di non luogo a procedere sull’accusa di calunnia. La vicenda finita pochi giorni fa all’esame del gup è collaterale all’inchiesta che nel 2012 portò all’arresto dell’ufficiale. Già nel novembre di quell’anno, in un interrogatorio davanti al sostituto procuratore Maurizio Cardea, l’indagata ammise di avere incassato denaro per chiudere un occhio su alcuni illeciti edilizi, ma negò che si trattasse di concussione e sostenne che molte delle accuse erano mendaci, confermando soltanto alcuni degli episodi che le erano contestati. Annunciò quindi che nei confronti di chi l’accusava per episodi che riteneva fasulli avrebbe presentato denuncia per calunni. Alle dichiarazioni seguirono i fatti, la denuncia fu depositata e si innescò da quel momento una sorta di reazione a catena, perché uno dei denunciati stilò a sua volta una querela, accusando lei di calunnia proprio per quell’esposto nei suoi confronti. Secondo il pubblico ministero Cardea aveva ragione, e l’ex comandante doveva subìre un nuovo processo. Il gup ha invece accolto la ricostruzione del difensore Michele Sarno, respingendo la richiesta di rinvio a giudizio e disponendo il non luogo a procedere.
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