Sanremo, la protesta choc viene dalla Terra dei fuochi

Prima serata all’insegna della drammatica contestazione di due lavoratori campani che minacciano di lanciarsi nel vuoto all’interno dell’Ariston. Fazio li placa e legge una loro lettera: «Non possiamo più mangiare». Gli operai di Pompei, Napoli e Caserta

Il Festival di Sanremo si apre all'insegna delle contestazioni di due lavoratori, e non era la prima volta: accadde già nel 1995 a Pippo Baudo. Se non fosse bastato l'arrivo rocambolesco di Beppe Grillo, assediato da telecamere e cronisti fin all'entrata in sala all'Ariston ma tranquillo in sala, a interrompere il monologo d'apertura dedicato alla bellezza di Fabio Fazio, ci hanno pensato due disoccupati arrivati dalla Terra dei Fuochi, che saliti su una struttura del teatro hanno minacciato di buttarsi giù in segno di protesta contro la difficile situazione del lavoro in Campania.

Mentre Fazio parlava, con un riferimento anche al treno deragliato in provincia di Savona che campeggiava in un'immagine alle sue spalle, i contestatori hanno iniziato a gridare. «Non possiamo più mangiare». Fazio, senza perdere la calma li ha invitati a «non fare sciocchezze». I due uomini hanno quindi consegnato al conduttore una lettera rivolta alle istituzioni. «Sono lavoratori di Pompei, Napoli e Caserta - ha spiegato Fazio quando, dopo alcuni momenti di grande concitazione, è tornata la calma - che hanno problemi di lavoro e reclamano il diritto alla loro dignità. Non c'è niente di più importante di questo».

«Temevano che Fazio non avrebbe letto la loro lettera - ha spiegato il direttore di Rai 1, Giancarlo Leone - ma poi li abbiamo riaccompagnati in galleria ad ascoltare il conduttore ed erano commossi, avrebbero anche voluto ringraziare». Poco dopo i contestatori sono stati accompagnati fuori dall'Ariston. Uscendo hanno gridato «Veniamo dalla Terra dei Fuochi, siamo senza stipendio da 16 mesi. Fatelo sapere!».

La protesta dei due disoccupati poco dopo l'inizio del festival di Sanremo ha ricordato, per le modalità, l'episodio dell'edizione 1995. Allora un disoccupato quarantenne residente a Bologna, Pino Pagano, minacciò di suicidarsi gettandosi da una balaustra della galleria del teatro Ariston perchè senza lavoro e disperato e fu salvato in diretta tv da Pippo Baudo, che conduceva la rassegna. «Pippo mi perdoni, sono stato consigliato male», scrisse cinque anni dopo Pagano in un fax, rivelando di essere gravemente ammalato e di vedere tutto in una luce diversa. «Mi sono molto pentito delle cretinate che ho fatto, solo per guadagnare una manciata di milioni e un pòdi pubblicità in più - affermò - Ora vedo tutto sotto un'altra luce, provo altre emozioni». L'uomo dopo quell'episodio incise anche un disco e fece, sulla scia di quella breve notorietà, alcune serate in locali pubblici.