il caso

San Matteo: vince la tradizione, pace coi portatori

Intesa tra l’arcivescovo Moretti e i paranzieri dopo lo scontro dello scorso anno alla processione. Sarà garantita la sosta in piazza Cavour

SALERNO. Pace ufficialmente fatta, a otto mesi da quell’indecoroso 21 settembre 2014, tra il vescovo di Salerno Luigi Moretti e i portatori delle statue che sfilano in processione insieme a San Matteo. Una pace così difficilmente raggiunta – c’è voluta la fervida e costante attività diplomatica di don Felice Moliterno – da indurre il pastore della Chiesa locale a fare qualche passo indietro rispetto alla visione della festa del santo patrono, che nella sua edizione 2015 potrebbe tornare a soddisfare pienamente i salernitani più legati alla tradizione. E se non pienamente, almeno nella misura utile a non rivedere i busti dei santi portati in processione toccare l’asfalto così come successo lo scorso anno nei pressi di piazza Cavour dove una festa già partita male diede il peggio con l’ammutinamento delle paranze. La goccia che allora fece traboccare un vaso già stracolmo di polemiche e veleni, fu l’intransigenza dell’arcivescovo, deciso a non effettuare la tradizionale “virata” verso il mare così da assicurare la benedizione del santo a chi del mare vive. Scoppiò il putiferio che innescò un effetto domino con una lunga serie di eccessi durante la fase finale della processione – finiti poi sotto la lente di ingrandimento della Procura – culminati nei fischi e nelle imprecazioni con cui Moretti fu accompagnato nel suo rientro in cattedrale. Ecco, la sosta in piazza Cavour si farà. Questa sembra essere l’unica eccezione ammessa in una processione che, comunque, sarà organizzata all’insegna del rigore. Rigore che, però, se da un lato non consentirà inchini al Comune e alla caserma della Guardia di Finanza in via Duomo, non toccherà i portatori: sotto le statue ci saranno ancora coloro che, lo scorso anno, disconobbero Moretti come guida spirituale della città, che poi sono gli stessi che lo scorso dicembre hanno portato in processione la statua di Santa Lucia per le vie del centro storico e che il prossimo agosto trasporteranno, sempre per le stesse vie, il quadro della Madonna che viene dal Mare.

D’altronde sono tutti parrocchiani di don Felice e il giovane sacerdote, a capo dell’Unità pastorale che per ora ingloba le chiese di Sant’Agostino e di Santa Lucia nonché segretario personale di monsignor Moretti, non avrebbe mai accettato di buon grado un conflitto d’interessi così eclatante se la guerra fredda tra vescovo e portatori fosse durata a oltranza. Voci di “quartiere” raccontano che don Felice si sia speso anima e corpo per suturare lo strappo accompagnando di persona alcuni dei portatori più ribelli nelle stanze della Curia per degli incontri riappacificatori. Sembra che sia addirittura in programma un pellegrinaggio che i membri delle paranze effettueranno in compagnia di Moretti prima di ritrovarsi, il prossimo 21 settembre, in processione.

A fronte di ciò, è quantomeno comprensibile che tutti i fedeli che si erano stretti intorno al vescovo criticando aspramente il comportamento irrispettoso assunto dai portatori ora che questi sono stati “riabilitati” storcano il naso: «È vero che un pastore deve perdonare – affermano alcuni fedeli – ma deve prima di tutto correggere e in questo caso c’è stato solo il perdono».

Ultima questione da affrontare: i dissidi, veri o presunti, tra Curia e Comune. Per arrivare al 21 settembre preparati sui ruoli che le due istituzioni dovranno avere nella preparazione della festa, lunedì prossimo è previsto un incontro tra monsignor Moretti e un rappresentante dell’amministrazione comunale. I fuochi d’artificio si faranno? A chi spetta l’organizzazione dei festeggiamenti civili? Queste sono alcune delle questioni che si cercherà di derimere durante la riunione.