San Matteo 2015, Moretti fa dietrofront e torna alle antiche usanze di Salerno

Archiviate le norme del documento “Evangelizzare la pietà popolare”. Per la processione un tuffo nel passato dopo il braccio di ferro dello scorso anno

SALERNO. Alla fine ha vinto quella che da alcuni indignati è stata definita la “lobby” dei portatori. E addio Decreto della Conferenza episcopale campana, addio “norme per evangelizzare la pietà popolare”, addio, quindi, alle nuove regole per le feste religiose e le processioni che nel febbraio 2013 a livello regionale, e nell’ottobre 2014 a livello locale vennero diffuse per evitare che da “autentiche celebrazioni di fede” quali dovrebbero essere, le feste in questione potessero diventare delle “controtestimonianze”. Esattamente come è stata poi la processione di San Matteo dello scorso anno.

Venerdì sera, nella chiesa Maria Ss. del Rosario di Pompei, a Mariconda, dove il vescovo di Salerno, monsignor Luigi Moretti, ha chiamato a raccolta i parroci della città per discutere con loro sulle modalità con cui organizzare la prossima festa in onore del santo patrono, gli unici a uscire da vincitori, benchè assenti, sono stati i membri delle paranze. Perchè il vescovo, senza dichiararlo apertamente ma facendo ricadere la scelta sull’intero presbiterio trincerandosi dietro un ripetuto “io ho detto già no ai portatori”, ha fatto dietro front su tutto.

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