I CONTROLLI

San Marzano sul Sarno, fagioli non tracciati: sequestrati 900 chili

Blitz dei Nas in un’azienda agricola: sconosciuta la provenienza dei barattoli ritirati dal mercato

SAN MARZANO SUL SARNO - Sequestrati oltre 900 chili di fagioli in scatola ad un’azienda conserviera di San Marzano Sul Sarno. Nuova operazione dei carabinieri del Nas di Salerno contro la mancata tracciabilità dei prodotti alimentari. Durante le verifiche di routine di ottobre di controlli nelle aziende conserviere, i militari, su delega della Procura nocerina guidata da Antonio Centore , hanno effettuato un sopralluogo in una nota azienda marzanese. In un locale a parte rispetto a quelli dove c’era il grosso della produzione, i militari hanno trovato diverse pedane di fagioli in scatola. Dall’esame dell’etichetta sul casse, i carabinieri hanno scoperto che non era chiaro da dove provenisse il contenuto. Dalla verifica della documentazione della ditta non è stato possibile chiudere il cerchio sulla tracciabilità di questi 2mila barattoli. I responsabili dell’azienda non sono riusciti a dare spiegazioni concrete e quindi si è proceduto al sequestro.

Al momento sembra che i 900 chili di fagioli fossero stati prodotti da un’altra industria conserviera e poi acquistati da quella dove sono stati rinvenuti e non erano etichettati sullo scatolo. Non è stato possibile stabilire neanche quale fosse l’azienda produttrice. In caso di mancata giustificazione che nei prossimi giorni la società destinataria del sequestro potrà produrre e relativa riscontro da parte dei carabinieri, la merce potrebbe essere distrutta.

Nell’ultimo anno, però, questo tipo di raggiri sembra tendente alla diminuzione, grazie anche alle numerose operazioni dei carabinieri del Nas e di altri specializzati nel settore della tutela agrolimentare per proteggere la salute dei consumatori, l’immagine del “Made in Italy” e la leale concorrenza tra i vari operatori del settore. Spesso, soprattutto in momenti di magra di materia prima, c’è qualche ditta che per soddisfare la richiesta da parte di altre aziende o per mantenere prezzi bassi soprattutto nelle forniture a catene di distribuzione non si fa scrupolo ad acquistare prodotti di non certa provenienza. È facile intuire che tutte le produzioni, specie quelle alimentari, al di sotto di un determinato prezzo al consumo non si può andare, se si vogliono rispettare i rigorosi parametri di produzione, dal mondo dell’agricoltura fino a quello della trasformazione industriale e allo scaffale che le vendono.

Al di sotto di un determinato prezzo al consumatore finale si va solo per campagne promozionali, rare, o perché si offre un prodotto di non grande qualità o dove qualcuno non ha rispettato i limiti imposti nelle fasi di coltivazione, raccolta, trasformazione e vendita. C’è una quarta ipotesi, ossia di chi ricerchi il maggior costo per poter riciclare denaro di illecita provenienza, ma questo è la giustificazione meno ricorrente.

(s.d.n.)