San Francesco, il salotto che ha scoperto il by-night 

Gli anziani frequentatori protestano contro chi lascia cartacce e immondizia

Per gli studenti del Tasso è una sorta di dependance che sentono più casa rispetto a quella in cui abitano; per molte signore venute dall’Est è una specie di ufficio di collocamento all’aria aperta; per gli anziani un punto d’incontro per riempire la giornata; per tanti disagiati un luogo d’appoggio e per molti salernitani uno snodo centrale di collegamento tra i quartieri con le due fermate del bus. «Nel passato, dopo la Villa comunale era piazza San Francesco il luogo più rappresentativo della città», esordisce il signor Remo Lamberti, preside in pensione e storico frequentatore della zona con un gruppo di coetanei. «Questa piazza – continua – è sempre stata il punto di riferimento dei salernitani del Carmine e della zona alta del centro storico. Ora ci sono anche altri slarghi o piazzette, ma questa resta quella più importante».
Il signor Lamberti ricorda ancora come se fosse ieri anche l’aspetto di piazza San Francesco. «Davanti al Tasso c’era un marciapiede e poi la strada dove passavano le macchine», racconta ricostruendo con il dito l’urbanistica di un tempo. «L’edicola era proprio al ridosso del muro del liceo, c’era il parcheggio per le auto e vicino al marciapiede stazionava perennemente don Antonio, una figura mitologica: un uomo che aveva quasi 100 anni e che continuava a guidare il suo taxi». Tra i signori più anziani le lamentele sono rivolte soprattutto all’inciviltà dei propri concittadini. «La spazzatura che c’è a terra – fa notare un altro signore – è colpa dei cittadini che non hanno nemmeno un minimo di senso civico. È inutile che ci si indigna per il cartone di vino lasciato dall’extracomunitario, sono i salernitani a non avere la minima considerazione per gli spazi comuni».
Il restyling più importante, con l’ampliamento delle aiuole e della zona pedonale, le modifiche dell’arredo urbano risale – come ricorda un architetto anche lui frequentatore della piazza – agli anni ’90 quando il Comune avviò un progetto di riqualificazione della zona. È da allora che, per gli allievi del Tasso, questo è diventato il principale luogo di ritrovo anche con gli amici degli altri istituti. A partire dall’uscita dalla scuola intorno alle 13.30, la parte alta della piazza è il loro salotto, dove si intrattengono, spesso a bordo dei motorini che sconfinano nella zona pedonale. I più anziani, spesso in compagnia delle badanti, rimangono relegati sulle panchine ai margini o nella parte di piazza dove campeggia la fontana con la statua del Patrono d’Italia.
Fino a qualche tempo fa, però, i liceali e qualche universitario frequentavano questa zona soltanto la mattina, da qualche mese, da quando il bar difronte ha messo qualche tavolino e un paio di ombrelloni si sono spostati qui anche di sera. «Si trovano gli amici, ci facciamo una chiacchiera. Un posto nuovo rispetto al centro», racconta la giovanissima Palma De Simone. «Questa piazza – spiega Elena Sofia Fiorillo, 18 anni – è diventata un punto di ritrovo anche per i ragazzi di altre scuole e di altri quartieri. Io abito in zona, ma qui ci sono miei coetanei che abitano a Torrione o anche a Pastena. Stiamo tranquilli, magari ci incontriamo per bere qualcosa, poi ci spostiamo da qualche altra parte. Ma la serata si chiude quasi sempre di nuovo qui. Qualche extracomunitario ogni tanto litiga, ci sono tanti piccioni, ma problemi proprio non ci sono», assicura. «Si viene qua perché sei sicura che incontri qualcuno con cui scambiare una chiacchiera. Ora che ci sono i tavolini, poi, stiamo anche più comode», fanno notare Luciana Pepe e Giulia Sica.
Se, però, i ragazzi hanno ridato vita a questo spazio cittadino che di sera era inquietante e deserto, qualche adulto storce comunque il naso contro la scostumatezza di chi non rispetta le regole. E non pochi motivi di borbottio si levano contro i capannelli di cittadini di origine straniera, soprattutto donne dell’Est, che spesso si incontrano per mangiare e bere proprio sulle panchine della piazza. Una presenza numerosa che ha fatto meritare a piazza San Francesco il soprannome di “Piazza Varsavia”, per la malsana abitudine di accomunare tutte le signore che arrivano da quell’area dell’Europa nell’unica nazionalità polacca. «Io vengo a cercare lavoro, ma vengo solo la mattina», precisa una di loro. Una puntualizzazione che indirettamente risponde a quanti, chiedendo l’anonimato hanno fatto intendere che in questa piazza si tengano incontri anche per ragioni diverse dalla pulizia o dalla cura dei nonni infermi. «Aspettiamo che arrivino dei nostri compaesani per sapere se c’è qualche signora dove andare a lavorare, per questo stiamo qua. Ho fatto il permesso di soggiorno qui, poi sono andata a servizio per 10 anni a Venezia, quindi sono ritornata a Salerno».
Eleonora Tedesco
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