LA TRAGEDIA

Samir, sogno infranto: salvato dagli scafisti muore in ospedale

Il ragazzo era sbarcato a Salerno con altri 386 profughi Era gravemente ammalato: inutili gli sforzi dei sanitari

NOCERA INFERIORE - È morto in ospedale a Nocera Inferiore uno dei 134 minori non accompagnati sbarcati a Salerno lo scorso lunedì mattina con la nave “Ocean Viking”. I medici dell’Umberto I hanno fatto di tutto per salvarlo ma non c’è stato nulla da fare. Sul suo volto e sul suo corpo di ragazzino cresciuto troppo in fretta, i segni evidenti degli stenti patiti per mare, nel viaggio della speranza che, lo scorso 1 agosto, si è concretizzato nello sbarco a Salerno insieme ad altri 386 migranti tutti salvati al largo delle coste libiche mentre tentavano di lasciare il paese africano su imbarcazioni di fortuna.

Samir (nome di fantasia) era uno dei 134 minori non accompagnati, affidati solo al destino e alla buona sorte dai familiari che sognavano per loro un futuro migliore. Ma già durante la permanenza a bordo della “Ocean Viking” il medico si era accorto dei suoi problemi di salute. Samir, 16 anni, originario del Mali, soffriva di ipertiroidismo e di problemi cardiologici. Una patologia che se curata non lo avrebbe certo portato alla morte.

Purtroppo da quando gli erano stati riscontrati i primi problemi di salute, circa 6 anni fa, quando aveva poco più di 10 anni, Samir non aveva mai ricevuto cure adeguate, facendo così irrimediabilmente aggravare le sue patologie.

Sbarcato a Salerno, una volta effettuati tutti i controlli, il 16enne era stato affidato, insieme ad altri minori non accompagnati, ad una casa famiglia di Angri. Ed è qui che Samir, martedì scorso 2 agosto intorno alle 13 ha iniziato a sentirsi male. Gli operatori della struttura angrese senza perdere tempo lo hanno immediatamente trasportato al pronto soccorso dell'Umberto I. Una volta a Nocera Inferiore il ragazzo ha ricevuto subito tutte le cure del caso. I medici hanno riscontrato un quadro clinico compromesso: la patologia non curata aveva causato scompensi gravi sia a livello neurologico che cardiologico. Tutti i valori erano alterati e la situazione era davvero drammatica.

I medici dell’Umberto I hanno tentato di tutto, sperando in un miracolo. Samir ha ricevuto amore e cure da camici bianchi, infermieri e personale parasanitario che si sono stretti intorno a lui: la sua storia era già una lama nel cuore e salvargli la vita era per i medici una missione da compiere a tutti i costi.

Purtroppo il destino ha voluto che si scrivesse un finale diverso. Il 16enne malese ha avuto un primo arresto cardiaco intorno alle 21 del 3 agosto, i medici sono riusciti ad evitare il peggio ma intorno alle 22.15 il cuore di Samir non è ha voluto più sapere ed ha smesso di battere per sempre. Una fine che ha lasciato le lacrime agli occhi ai medici che avevano tentato di tutto per salvare la vita a quello sfortunato ragazzo dalla pelle d’ebano, bruciata dal sole e dagli occhi grandi e scuri.

Il corpo del 16enne è stato trasferito nella morgue del nosocomio nocerino ed è qui che si trova in attesa del rimpatrio. Il Comune di Salerno e la Prefettura si sono messi subito in contatto con il Consolato per organizzare il rientro della salma del giovane migrante. Paola De Roberto assessore alle Politiche sociali del Comune di Salerno ha annunciato che tutte le spese necessarie al ritorno in patria della salma saranno coperte dall’ente.

Luisa Trezza