«Salviamo il castello medievale»

Nell’antico maniero costruita anche una piscina. Ma ora sta cadendo a pezzi

LUSTRA. Il castello di Rocca Cilento, frazione del comune di Lustra, oltre ad essere abbandonato, è ora a rischio crollo. A denunciarlo un gruppo di cittadini di Lustra, formatosi per la salvaguardia del monumento, una struttura difensiva risalente, secondo alcune fonti storiche, alla fine del IX secolo.

Di proprietà dei Sanseverino, a partire dall’XI secolo la fortezza di Rocca visse un periodo di splendore, diventando un punto di riferimento per i commerci, attività amministrative e giuridiche di tutta l’area circostante. A metà del ‘500 il declino, quando il castello cambiò numerosi proprietari vivendo alterne fortune, tra modifiche e incendi.

Quella che si credeva potesse essere una svolta arriva negli anni ’60 del secolo scorso: Ruggero Moscati, storico napoletano, lo acquistò perché ne avvertiva il valore e le potenzialità che avrebbe potuto esprimere. Per circa 20 anni Rocca Cilento e la sua fortezza ospitarono convegni, mostre, insigni studiosi ma ad un certo punto, l’oblio. Dopo la morte di Moscati, le sorti del castello furono tutt’altro che positive. All’interno erano custodite armature medievali, mobili antichi, armi risalenti ai moti giacobini e a quelli risorgimentali, tutti cimeli oggetti di furto mentre le antiche ed enormi sale furono vandalizzate. Negli ultimi anni, l’antica fortezza è stata abbandonata al suo triste destino.

«Lo scempio è iniziato quando nel cortile del castello venne costruita una piscina, per poi passare all’abbandono. Spesso cadono delle pietre dalle mura – spiegano alcuni cittadini – ma anche tegole dai tetti e vetri rotti dalle finestre. Oltre a questo – continuano – l’intera struttura potrebbe crollare da un momento all’altro, distruggendo secoli e secoli di storia ed una risorsa di sviluppo per il territorio».

L’idea è quella di un comitato che abbia come scopo evitare una fine del genere: «si potrebbero sensibilizzare molte persone e portare il problema all’attenzione di una platea più ampia – aggiungono – presenteremo una raccolta firme con relativo resoconto della situazione al Parco, Soprintendenza, Regione, Provincia e Consiglio dei Ministri. Informare anche il FAI. La mobilitazione popolare è l’unica via per salvare il castello».

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