Salta concordato, Paif sul baratro

Il tribunale ha respinto l’istanza dei legali dell’azienda del settore plastico. L’appello del Pd

La Paif di Battipaglia rischia il tracollo. Il Tribunale di Salerno, infatti, non ha accettato il piano di concordato preventivo stilato dall’azienda.

Nel documento erano specificati tempi, modi e termini entro cui la Paif avrebbe dovuto saldare debiti con fornitori e creditori vari. Se il Tribunale avesse dato parere favorevole, l’azienda avrebbe avuto almeno un disegno da seguire per rientrare della pericolosa situazione debitoria. Dato il responso negativo del Tribunale di Salerno, rischiano di essere avviate le procedure per il fallimento, visti gli atti ingiuntivi presentati da mesi dai creditori.

In questi giorni, i legali dell’azienda stanno incontrando dirigenti e consulenti della società per elaborare tempestivamente un piano d’azione. I sindacati, dal canto loro, hanno già chiesto un incontro presso la sede di Confindustria Salerno, che al momento non è stato ancora fissato. È chiaro, tuttavia, che la riunione dovrà esserci molto presto.

Lo scorso mese di marzo, il gruppo aziendale aveva messo in cassa integrazione straordinaria 83 dipendenti su un totale di 124 assunti presso Paif e Termopaif. Un accordo che, scaduto il 7 ottobre, era stato prorogato fino al 31 dicembre. Da allora, i lavoratori risultano disoccupati, in attesa di una nuova deroga per il 2014 se dovesse essere stilato un accordo con le necessarie coperture economiche da parte della Regione Campania.

All’interno delle stesse 83 unità lavorative, l’azienda aveva dovuto anche aprire una procedura di mobilità volontaria. Nel senso che eventuali volontari avrebbero potuto beneficiare di un incentivo all’esodo, stabilito a livello personale con l’azienda. I sindacati avevano richiesto un piano industriale dettagliato, con le ipotesi numeriche su licenziamenti e cassintegrati, che però non è mai arrivato.

Il futuro della Paif resta ancora oggi un mistero. Dopo vari incontri in Confindustria, a Salerno, lo scorso settembre alcuni dirigenti della Paif, organizzazioni sindacali e Rsu si erano recati presso la Regione Campania per scorgere una strada condivisa. Nemmeno in tale occasione, però, era stata trovata una soluzione.

La «miccia accesa» di cui aveva parlato un anno fa l’allora sindaco Giovanni Santomauro, ricevendo al Comune una delegazione di dirigenti e sindacati per vagliare la vertenza Paif, rischia di divampare in un incendio che distruggerebbe una delle aziende storiche di Battipaglia, conosciuta in tutto il mondo. Intanto, il Pd attraverso il segretario provinciale Nicola Landolfi e quello cittadino Luca Lascaleia ha espresso «solidarietà ai lavoratori e alla proprietà della Paif», aggiungendo che «la sfida per la politica e le istituzioni deve essere quella di costruire soluzioni concrete per la salvaguardia dello stabilimento e dei livelli occupazionali. Da parte nostra investiremo della vicenda i rappresentanti parlamentari, affinché seguano ogni azione e iniziativa per sostenere una positiva soluzione della crisi dello storico stabilimento battipagliese».

Francesco Piccolo

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