LAVORI E POLEMICHE

Salerno, via al cantiere: incatenati in piazza Alario

La protesta dei residenti per evitare la costruzione di un parco giochi. Lettera alla Procura: «Fermate subito gli operai»

SALERNO - L’allarme tra i cittadini del Comitato “Salviamo piazza Alario” si diffonde già nelle prime ore della mattina di ieri quando gli operai incominciano a montare le reti di chiusura del cantiere. L’avvocato Oreste Agosto , rappresentante legale del Comitato, protocolla una lettera alla Procura in cui si chiede che il cantiere venga bloccato; nel frattempo altri attivisti sono impegnati a verificare che tutta la documentazione in possesso dell’impresa sia a norma. Sul posto arriva la polizia municipale mentre gli operai continuano a lavorare e due rappresentanti del Comitato si incatenano per protesta alla fontana simbolo della piazza. A sostegno della protesta c’è il consigliere di Salerno di Tutti, Gianpaolo Lambiase , e poco dopo arriva anche il capogruppo di Forza Italia, Roberto Celano . È questa la cronaca della mattinata che segna una nuova fase dello scontro che contrappone da mesi l’Amministrazione e i cittadini che si oppongono al restyling della piazza dove dovrà essere realizzata un’area giochi per bambini.

«Sul cartello non è indicato il Rup né l’ammontare dei lavori», fanno notare i manifestanti segnalando alcune delle presunte anomalie riscontrate in un primo monitoraggio al cantiere che, una volta completata la recinzione viene chiuso alla vista esterna. Sono soprattutto alcuni aspetti del progetto l’oggetto del contendere: innanzitutto la convinzione diffusa tra gli attivisti è che saranno sacrificati i platani secolari che caratterizzano la piazza, poi si punta il dito contro i materiali che sarebbero impiegati per i percorsi e per le giostre e sull’intervento complessivo di recinzione che snaturerebbe il valore storico della piazza. Come si legge nell'istanza alla Procura, inoltre, eccepiscono “la presunta violazione dell’articolo 21 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio che assegna al competente Ministero e, per esso, alla Commissione regionale per il Patrimonio Culturale, la valutazione dei progetti volti alla rimozione o alla demolizione, anche con successiva ricostituzione, dei beni sottoposti a tutela». Evidenziando - si legge nella lettera - che i lavori progettati, “lungi dall’essere finalizzati alla mera realizzazione di un piccolo parco giochi per bambini, interessano la maggiore porzione della piazza arrecandole un danno irreparabile e grave con la distruzione della unitarietà dell’originario progetto architettonico che l’aveva resa meritevole della tutela”.

A creare ancor più divisioni tra i cittadini del Comitato e l’Amministrazione ci sarebbe anche un problema di metodo: «L’Amministrazione - sostengono - dimostra ancora una volta la completa indifferenza alle civili manifestazioni di dissenso espresse da noi e da altre parti della cittadinanza e anzi ha scelto un momento drammatico per confermare il suo atteggiamento di totale insensibilità alle regole del civile confronto». Accuse che da Palazzo di Città vengono smentite: a partire dalle critiche sul progetto dell’area giochi e degli alberi. A meno di patologie, infatti, non è riportato in alcun progetto nè in alcuna documentazione c’è traccia di un’analisi sui platani che ne giustificherebbe l’abbattimento; e rispetto ai materiali, alla gomma - stando a fonti interne all’Amministrazione - sarebbe stata sostituita da «materiali compatibili e armonici rispetto all’insieme della piazza». Dal canto loro, gli attivisti del Comitato annunciano ancora altre iniziative per fermare i lavori in attesa che le istanze protocollate facciano il loro corso. Nel frattempo l’area di cantiere è stata delimitata. E l’intervento può iniziare.

Eleonora Tedesco