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Salerno, sei arresti per lavori mai eseguiti

Sono stati pagati 615mila euro per la realizzazione della provinciale 108 Casal Velino-Celso ma sono stati realizzati interventi solo per 150mila euro. Le anomalie erano state evidenziate anche da Angelo Vassallo

SALERNO. Lavori appaltati, in gran parte liquidati e mai eseguiti. Con le accuse di peculato aggravato e continuato, tentato peculato e falso continuato in atto pubblico, sono finiti agli arresti domiciliari tre imprenditori e tre pubblici ufficiali della Provincia.

E’ questo il bilancio dell’operazione "Ghost Road" messa a segno dai militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza che, nella mattinata di ieri hanno eseguito oltre venti perquisizioni domiciliari. Al momento non risultano altri indagati nell’ambito dell’inchiesta della Procura sulla realizzazione della strada provinciale 108 che avrebbe dovuto collegare Casal Velino e Pollica con Celso.

Ad essere stati raggiunti dalle ordinanze emesse dal gip Emiliana Ascoli il 57enne di Cava de’ Tirreni Angelo Cavaliere, dirigente del settore dei servizi tecnici della Provincia e responsabile unico del provvedimento;Gennaro Rizzo, 55enne di Gioi, capo area del servizio Viabilitá di Palazzo Sant’Agostino; Franco Cuozzo, 50enne originario di Acerno, ma residente a Salerno, direttore dei lavori. Ai domiciliari anche tre imprenditori: Eduardo Sale, 49enne di Nocera Inferiore, procuratore per il territorio della Provincia della Ati Edil Sar Tim; Paolo Riccelli, 42enne salernitano, rappresentante legale della R.V.R. Costruzioni & Consulting soc. coop A.r.l., cui erano stati subappaltati lavori per 130mila euro; Mario Bamonte, 39enne di Ottati, titolare dell’impresa individuale. La truffa fu denunciata dal sindaco Angelo Vassallo, trucidato il 5 settembre in un agguato ancora tutto da chiarire.

Dalle indagini effettuate dagli uomini del comandante De Benedetto e del tenente colonnello Mancazzo, è emerso che i lavori appaltati non sono mai stati eseguiti, fatta eccezione per parziali opere di sbancamento. Le imprese aggiudicatarie hanno intascato 615mila euro, a fronte di interventi minimi eseguiti e stimati in 150mila euro. Non solo. Stavano anche tentando di appropriarsi di 76mila euro corrispondenti al saldo per la terza tranche dei lavori fantasma. Le indagini non sono state facili, come sottolineato dal comandante De Benedetto e dal procuratore della Repubblica Franco Roberti: la maggior parte della documentazione, che avrebbe dovuto essere nella disponibilitá della Provincia, era infatti sparita. Molto materiale è stato distrutto, altri fascicoli (contratti, varianti, registri contabili) sono stati rinvenuti in casa di alcuni degli indagati che hanno cercato di occultarli (è il caso di Cuozzo). In casa di Riccelli, invece, i finanzieri hanno sequestrato atti, computer e hard disk contenenti fatture anomale. La Procura ha disposto il sequestro preventivo di 465mila euro su tutti i conti correnti e rapporti di natura finanziaria riconducibili ai sei arrestati (corrispondenti al peculato ipotizzato). Sequestro preventivo anche per due appartamenti, una villa, due terreni, due auto e denaro spalmato su una ventina di conti correnti e deposito titoli intestati a Franco Cuozzo.

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