IL CASO

Salerno, sanità: le cliniche ora passano all’incasso

L’Asl ridetermina le somme dovute ai privati per le prestazioni 2019: ecco 3 milioni e 200mila euro per evitare contenziosi

SALERNO - Un ricalcolo delle somme dovute fatto «per mero spirito di collaborazione istituzionale» e, soprattutto, per evitare azioni giudiziarie che qualcuno già ha intrapreso. Le case di cura accreditate di Salerno e provincia battono cassa chiedendo all’Asl il pagamento di somme dovute per l’esercizio del 2019 ancora non saldate. In particolare, la richiesta è stata effettuata per i soldi riguardanti l’incentivo per l’Alta Specialità e per la compensazione tra sforamenti e sottoutilizzi verificati dopo i controlli dell’Azienda sanitaria di via Nizza guidata da Mario Iervolino . Le cifre che “ballano” per le varie strutture non sono irrisorie: poco più di 3 milioni e 200mila euro che adesso, dopo un’ulteriore valutazione, dovranno essere bonificati a nove case di cura operanti nel Salernitano.

La direzione generale dell’Asl, in una delibera firmata lo scorso 4 dicembre da Iervolino, ha preso atto delle tabelle presentate e poi vagliate dalla Direzione Generale per la tutela della Salute della Regione Campania che, di fatto, hanno confermato i calcoli effettuati dai dirigenti di via Nizza. Ma come si è arrivati a questo nuovo contegio? Tutto è svelato nel documento: lo scorso 5 agosto, infatti, l’Unità Assistenza Accreditata dell’Asl ha trasmesso gli importi delle note di addebito delle case di cura alla Regione. Dati che, a causa delle inevitabili integrazioni fornite dalle strutture private, sono stati aggiornati: le rettifiche sono state comunicate già il giorno successivo, il 6 agosto. Da quel momento, però, la procedura si è bloccata: le case di cura non hanno fatto alcuna osservazione alla documentazione presentata dall’Asl ma, allo stesso tempo, dalla Regione Campania non è arrivato alcun input per definire il procedimento.

Per questo, i dirigenti di via Nizza, lo scorso 23 novembre, hanno sollecitato Palazzo Santa Lucia su «tale anomala situazione ». Anche perché le case di cura erano già andate in pressing per ottenere le somme spettanti: il 5 novembre, infatti, Luigi Cobellis - responsabile dell’omonima casa di cura di Vallo della Lucania - ha presentato una richiesta di decreto ingiuntivo al tribunale di Salerno per ottenere il pagamento delle economie del 2019. «L’urgenza del procedimento si legge ancora nella delibera è necessaria in presenza di già intraprese azioni giudiziarie e al fine di scongiurare eventuali ulteriori pregiudizi o iniziative legali nei confronti dell’Azienda ». Per questo, dunque, l’Asl ha proceduto al ricalcolo delle somme spettanti alle case di cura «salvo ogni potere di rettifica all’esito dell’istruttoria regionale ».

Nel nuovo conteggio, però, i dirigenti hanno dovuto «stigmatizzare il comportamento della Casa di Cura Tortorella che, avendo emesso in ritardo le note integrative ha inevitabilmente inciso sull’ordinario e corretto flusso di dati, compromettendo la definizione del procedimento e l’esatta quantificazione delle economie 2019». L’intero incartamento è stato trasmesso nuovamente alla Regione che, lo scorso 3 dicembre, ha vagliato e confermato i calcoli effettuati dall’Asl. Adesso, dunque, toccherà soltanto “saldare il conto” seguendo le indicazioni dell’Azienda sanitaria confermate dalla Regione Campania. Ma a quanto ammontano i bonifici da inviare alle nove case di cura salernitane? Una tabella spiega il tutto: i conteggi, infatti, hanno stabilito che alla “Salus” di Battipaglia spettano 243mila euro; 805mila euro al “Campolongo Hospital” di Eboli; 348mila euro alla “Casa di Cura Tortorella” di Salerno; 236mila euro alla “Malzoni” di Agropoli; 128mila euro alla “Villa del Sole” di Salerno; 3.600 euro a “Villa Silvia Montesano” di Roccapiemonte. La nota d’addebito, invece, è in pareggio per “La Quiete” di Pellezzano e per “Villa Chiarugi” di Nocera Superiore. E la “Cobellis”? Alla struttura che aveva già intrapreso un’iniziativa giudiziaria con la richiesta di decreto ingiuntivo va l’assegno più corposo: 1 milione e 450mila euro.