CONTI PUBBLICI

Salerno, “Salva città”: adesso il Comune tentenna

L’assessore Adinolfi: «Non siamo obbligati ad aderire». Disavanzo da 169 milioni, ogni abitante ha debiti per 1.315 euro

SALERNO - derire o non aderire al decreto Salva città? Su questo interrogativo si giocherà il destino delle casse di Palazzo di Città perché, nonostante gli indicatori di equilibrio dei conti siano rassicuranti, resta comunque un disavanzo importante. E sulla possibilità di intraprendere questa strada sta lavorando l’assessore al Bilancio, Paola Adinolfi, considerando che il decreto non assegna nuove risorse. Piuttosto mette al riparo i Comuni dal disavanzo ma impone di mettere in campo una serie di strumenti (sfondamento dell’8 per mille dell’Irpef, vendita del patrimonio immobiliare e riorganizzazione delle partecipate) che potrebbero risultare impopolari ma necessari. E la decisione va assunta entro il 16 giugno. «Voglio sgombrare il campo da un equivoco, quello che alimenta le premesse culturali per le quali poi si dice che i comuni del Sud con elevato disavanzo non sono in grado di gestire e quindi è giusto che ci diano meno risorse perché non le meritiamo.

Questo fa molto male al nostro Comune e - sottolinea l’assessore intervenendo durante il Consiglio comunale per l’approvazione del bilancio consuntivo - in parte spiega perché negli anni c’è stato un processo di perequazione fiscale, accompagnato al processo di federalismo fiscale che non ha avvantaggiato per nulla il nostro Comune, anzi lo ha penalizzato e, allora, la retorica della mala gestione fa male. L’approvazione del consuntivo ci mette in condizione di decidere se aderire o meno al decreto. E sottolineo decidere, perché non sarà una scelta obbligata: non siamo né in dissesto né in predissesto e non siamo costretti ad aderire a questo decreto ma sarà una scelta meditata che farà l’amministrazione se ci saranno elementi di convenienza».

Eleonora Tedesco

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