Salerno-S. Severino 123 milioni a rischio

I finanziamenti per il raccordo potrebbero essere revocati Il Cipe voleva la gara, ma il progetto è ancora al preliminare

Premessa: tante volte i soldi statali appaiono in una legge, spariscono con una delibera e ricompaiono in un accordo. Fanno insomma come i fiumi carsici, che si inabissano qui e riaffiorano lì. Ciò detto, seguono due considerazioni. La prima: miracolosamente i 123 milioni del Cipe stanziati nel 2011 per l’ampliamento della Salerno-Avellino sono rimasti “fermi”, disponibili, per un tempo ragionevole. La seconda: ora i fondi potrebbero andarsene per la loro strada. Sempre il Cipe, infatti, ha deciso di mettere un punto fermo:se al 31 dicembre 2013 non è stata perfezionata una gara d’appalto, il finanziamento può essere revocato. La questione riguarda un pacchetto di opere, fra cui il potenziamento dell’arteria che collega due capoluoghi e due autostrade, toccando i luoghi dei campus universitari. La discussione sulla necessità di ampliare il tracciato è ormai classica. Gli atti concreti, però, si sono imbottigliati nelle pastoie della politica e delle lobby, proprio come i poveri automobilisti bloccati negli ingorghi d’estate.

L’Anas, ente gestore, solo verso l’inizio del millennio ha trovato il tempo di appaltare la progettazione essenziale: tre corsie per senso di marcia, striscia di emergenza e misure di sicurezza. Vinta la gara, la società Bonifica ha predisposto il progetto preliminare per l’adeguamento del primo tratto, quello che raccorda le autostre A3 e A30. Le cose sembravano procedere per il verso giusto, tanto più che un governo stimò il valore dell’intervento sul tratto Salerno-Mercato San Severino (246 milioni) e trovò perfino le coperture finanziarie. Poi un’altra maggioranza dirottò le risorse. Finalmente il Cipe, nel 2011, ha riassegnato il finanziamento, ma dimezzato: 123 milioni. E il resto? Chi deve mettercelo? Nessuno si è fatto avanti, potete crederci.

La Regione, nell’ultima Intesa generale quadro con il governo nazionale, ha riproposto l’importanza dei lavori sul lotto, ma senza portare liquidi né idee concrete. Una nota dice: «Valutazioni sulla possibilità di finanziamento in Ppp». La sigla significa “Partenariato pubblico-privato”, uno strumento recente e molto complesso: in sostanza, chi mette i soldi sarà ricompensato con un canone o un pedaggio.

Frattanto, il Cipe ha posto una data limite sui suoi stessi finanziamenti. Lo ha fatto dieci mesi fa, perché negli ultimi tempi la pubblica amministrazione ha scoperto la velocizzazione della spesa. Almeno nella fattispecie, non suona paradossale?

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