LE INDAGINI

Salerno, nuove indagini sui parcheggiatori abusivi 

La Procura ha aperto un ulteriore filone dopo gli arresti di luglio. A Torrione l’ultima segnalazione

SALERNO. Non è finita l’offensiva della magistratura contro i parcheggiatori abusivi. Dopo gli arresti di inizio luglio (ventisette ai domiciliari, otto in carcere), la Procura ha in corso un nuovo filone d’inchiesta che sta allargando lo spettro dei controlli. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Elena Guarino, stanno prendendo in esame nuove zone finite nell’orbita degli abusivi ma stanno anche monitorando cosa accade adesso nei luoghi che, dopo il blitz, erano stati liberati dalla presenza dei posteggiatori. I controlli sono affidati ai carabinieri della Compagnia di Salerno, coordinati dal maggiore Pierpaolo Rubbo e dal tenente Bartolo Taglietti, e proseguono in maniera capillare su tutto il territorio cittadino. Che il fenomeno sia ancora presente in città è d’altronde testimoniato dagli interventi che le forze dell’ordine continuano a eseguire sia in centro che nella zona orientale, procedendo con sanzioni amministrative e il nuovo strumento del daspo urbano quando non vi sono gli estremi per contestare il reato di estorsione. L’ultimo intervento in ordine di tempo risale all’altro ieri, lungo le strade costeggiano il forte La Carnale a Torrione. I poliziotti della sezione Volanti hanno individuato una persona che chiedeva denaro agli automobilisti indicando dove era possibile parcheggiare; non vi sono state segnalazioni di estorsione e quindi non si è proceduto alla denuncia all’autorità giudiziaria, ma l’uomo è stato multato per violazione del codice della strada (che vieta l’esercizio non autorizzato dell’attività di posteggiatore) e gli è stato intimato di non ripetere l’illecito, con un provvedimento formale che in caso di violazione spianerà la strada a ulteriori conseguenze.
Per molti degli arresti di luglio (quelli a cui la misura cautelare non è stata revocata) si attende invece che si pronunci la Corte di Cassazione. I difensori hanno annunciato ricorso dopo che il Tribunale del Riesame ha confermato quasi per tutti l’impianto accusatorio delineato dalla Procura. Secondo i giudici il reato di estorsione è configurato perché quando il parcheggiatore abusivo si avvicina, chiedendo denaro, la minaccia può considerarsi implicita. Ora si aspetta che la Cassazione fissi l’udienza per discutere i ricorsi. (c.d.m.)
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