QUANDO LA LEGGE CREA MURI

Salerno, nonno e nipote divisi dalla cittadinanza 

L’anziano filippino 2 anni fa ottenne quella italiana mentre il ragazzo che è nato, vive e studia in città è uno “straniero”

SALERNO - Rodolfo Palma è un uomo mite, dai modi gentili, che si gode la pensione dopo una vita di sacrifici. Originario di Manila, capitale delle Filippine, Rodolfo arrivò a Salerno nel lontano 1994, trovando lavoro come domestico presso una facoltosa famiglia salernitana. Da due anni è cittadino italiano; una grande gioia, che però non può condividere con i suoi nipoti – almeno quelli minorenni – tutti venuti al mondo in Italia ad eccezione di uno, nato in Canada. Laconico il suo commento: «Vorrei che anche a loro venissero riconosciuti i miei stessi diritti».
Rodolfo ha partecipato domenica scorsa alla processione di Flores de Mayo insieme alla figlia Joy, anch’essa impiegata come domestica, e al nipote John Marco, 12 anni, filippino di terza generazione nato e cresciuto a Salerno. Mamma e figlio, tuttavia, sulla carta sono ancora stranieri. «Eppure io mi sento italiano – chiarisce John Marco – Frequento la scuola media Pirro, gioco a calcio al dopolavoro ferroviario, i miei migliori amici sono salernitani. E poi, non parlo filippino». La sorella Giulia, 14 anni, studia all’alberghiero. Nemmeno lei è cittadina italiana. «Ma io e mia moglie siamo contenti che i nostri nipoti crescano qui, immersi tra due culture – afferma Rodolfo –Mi auguro per loro un futuro sereno, con un lavoro stabile». In attesa di un documento che sancisca definitivamente il riconoscimento di un diritto che, nella vita di tutti giorni, è già realtà.
Alberto Gentile
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