ECONOMIA

Salerno non cresce: incubo stagnazione

L’analisi della Camera di Commercio: aumentano le imprese ma la performance è la peggiore degli ultimi dieci anni

Il bilancio imprenditoriale del 2019 della provincia di Salerno, con un incremento di 415 imprese in più nasconde una piega allarmante: è il peggior risultato degli ultimi dieci anni. La differenza tra iscrizioni (6.903) e cessazioni (6.488) è veramente minima e certifica una crescita imprenditoriale dello 0,34%, che risulta leggermente più contenuta di quella registrata sia a livello nazionale (0,44%) che regionale (0,97%). Tutte le province campane, seppur registrando un rallentamento rispetto a quanto rilevato nel 2018 (come evidenzia il confronto dei tassi annuali di crescita imprenditoriale 2018 e 2019), si mantengono in territorio positivo, con la sola eccezione della provincia di Benevento (-0,31%). Tradotto in soldoni significa l’attestazione di una crisi che sembra non aver mai fine. Tant’è che il saldo del 2019 risulta complessivamente molto più modesto di quanto registrato nell’anno precedente (il saldo 2018 era di 1.365 imprese in più). Un risultato negativo, spiegano dalla Camera di commercio, che è “frutto di una contrazione delle nuove imprese iscritte (la flessione è di quasi 700 nuove attività rispetto al 2018) e di un aumento nelle chiusure di attività”. L’analisi di Prete. «Abbiamo, soprattutto in certi settori – evidenzia il presidente della Camera di commercio, Andrea Prete – una riduzione della crescita. Il saldo è sì positivo ma questo è molto relativo, perché è tra i più bassi degli ultimi anni. Siamo in una situazione di stagnazione a livello nazionale e questo è colpa di una perdita di competitività del sistema Italia, perché i costi crescono, perché c’è meno appeal sui mercati. E perché probabilmente c’è anche una politica poco chiara che non invoglia negli investimenti». Uno dei settori maggiormente colpiti è quello del commercio che, come evidenzia Prete «negli ultimi anni ha registrato una grande effervescenza nelle imprese nate, anche se 1 su 4 non è sopravvissuta oltre 3 anni».

Gaetano De Stefano

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