Salerno maglia nera nel “digital divide” Deficit in 104 comuni

In molte zone internet veloce è ancora un miraggio Uno spiraglio dalla Regione con il progetto “Banda larga”

È ormai considerata l’ultima frontiera della discriminazione. Cittadini di serie A da un lato, cittadini di serie B dall’altro. In mezzo il muro del digital divide. Un ostacolo reso spesso invalicabile dalla carenza di risorse, sia economiche che infrastrutturali, e da un ancora diffuso analfabetismo informatico. Questo deficit fa sì che oggi l’Italia si trovi al quarto posto in Europa, «nella non invidiabile classifica del numero di persone che non ha mai avuto accesso a Internet: 37,2 per cento contro una media europea di 22,4 per cento».

Questo l’allarme lanciato pochi giorni dal presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, riferendo al Parlamento i dati contenuti nella relazione annuale dell’Authority. Un fenomeno di marginalizzazione a tutti gli effetti. Non è un caso che, almeno fino allo scorso anno, le famiglie italiane che avevano una connessione a banda larga erano appena il 49 per cento del totale.

Se a livello nazione il quadro è poco incoraggiante, le cose vanno anche peggio a livello regionale. Le cifre diffuse a febbraio dal Ministero dello Sviluppo economico raccontano infatti una Campania in cui oltre 200mila abitanti, vale a dire il 3,6 per cento della popolazione, sono ancora esclusi dall’accesso a una connessione internet che viaggi ad almeno 2 mbps. Uno standard ormai considerato minimo e in assenza del quale non è nemmeno possibile consultare, in un tempo ragionevole, le moderne pagine web. Sempre il Ministero denuncia poi come in Campania il digital divide fisso riguardi il 7,9 per cento della popolazione e la copertura mobile raggiunga un risicatissimo 4,3 per cento.

Qualcosa però sembra muoversi. Entro l’estate dovrebbero infatti finalmente essere pronte le gare per il grande progetto “Banda larga” della Regione Campania. Una dote di 35 milioni per iniziare a colmare l’attuale divario digitale, a cui se ne aggiungeranno altri 122,5 (da incrementare con una quota privata del 30 per cento) per la realizzazione di una rete a banda ultralarga. L’intento è ambizioso ma i tempi sono strettissimi - la deadline per la chiusura dei cantieri è fissata a giugno 2015 - e nel recente passato sono stati già diversi i progetti per lo sviluppo delle telecomunicazioni naufragati miseramente. Su tutti il famigerato “Piano Romani”. Messo a punto dal Governo nel 2009, avrebbe dovuto portare la banda larga ad almeno 20 mbps al 96 per cento della popolazione italiana entro il 2012. Per la fase attuativa del progetto erano stati previsti 800 milioni di euro. Il Comitato interministeriale per la programmazione economica ne ha però da subito rimandato l’assegnazione.

Nei mesi successivi il piano venne “congelato” e nel 2010 i fondi sono stati ridotti ad appena 100 milioni. Si è così giunti all’ultima tappa: l’annullamento del piano, ritenuto non più strategico e dunque una spesa da evitare in una fase di recessione economica.

Per capire la dimensione del problema, e soprattutto la necessità di venirne a capo in tempi stretti, risulta illuminante uno studio realizzato dalla Regione nel 2011. La rilevazione mirava a individuare le aree che versavano in una condizione di deficit rispetto all’accesso alla banda larga. E i dati che ne vennero fuori furono allarmanti. Ben 303 i Comuni campani “strozzati” dal digital divide: 26 di questi si trovavano nel napoletano, 45 nel casertano, 57 nel beneventano, 71 in Irpinia. Ad aggiudicarsi l’infelice primato la provincia di Salerno, con 104 comuni.

Luigi Nicolosi

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