IL CASO

Salerno, le “allegre” casse dell’Asl: arriva la scure dei giudici

Confusione tra fornitori e clienti, magazzino “fantasma” e spese senza controllo

SALERNO - Gravi irregolarità «in merito alla corretta iscrizione in bilancio di crediti e debiti con conseguente inattendibilità della relativa circolarizzazione e per l’effetto, della veridicità dei risultati conseguiti; la mancata definizione «nella contabilità di magazzino del valore delle “rimanenze”»; «gravi distorsioni sulla corretta applicazione del principio contabile della competenza economica; il permanere «di un disequilibrio patrimoniale e finanziario strutturale con una non perfetta corrispondenza, seppure in miglioramento, tra fondi di investimento e impieghi per investimenti e una pressione consistente della massa debitoria». A guardare dentro i bilanci dell’Azienda sanitaria di Salerno si ha come un senso di vertigine: lo stesso che hanno provato probabilmente i magistrati della Sezione regionale di controllo per la Campania della Corte dei Conti che hanno bocciato senz’appello i risultati di esercizio del 2017. Un’Asl in bilico su un burrone. Anzi, un’Azienda che, valutano i giudici (presidente Fulvio Maria Longavita) non sa nemmeno cosa ha in magazzino in termini di di riserve; e che per lo squilibrio registrato dovrebbe essere già in dissesto.