IL REPORTAGE

Salerno, la città degli insonni: la notte oltre la movida

Gli habitué dei bar ancora aperti e gli ultimi tiratardi usciti dalle discoteche Ecco che cosa accade nel cuore di Salerno dalle tre del mattino fino all’alba

SALERNO. Le lancette segnano le tre del mattino. Uno degli ultimi avamposti della movida di Torrione sta tirando giù la saracinesca. Il silenzio di via Posidonia si è già mangiato il tintinnio dei calici, le risate, lo stereo che va. Poco più avanti, un vigilantes spia dalle vetrine del Carrefour, nel giorno che inaugura l’apertura h24, per consentire a chi vive di notte di fare la spesa. Affacciata a un balcone, una donna fuma per vincere l’insonnia, guardando passare le poche auto che sfrecciano tra i neon delle insegne. Perchè quando i locali del by night vanno a dormire, sembrano spegnere l’interruttore dei quartieri che abitano. Perfino i cinesi, che nelle metropoli accolgono nei loro drugstore quanti amano tirare tardi aspettando l’alba, sono andati a letto da ore.

[[(Video) La notte oltre la movida - Stazione]]

Gironzolando nella Salerno che dista solo tre o quattro chilometri dai bar del centro storico, il bioritmo della decantata metropoli si assopisce. Di aperto non c’è un chiosco, nè un fioraio, nè un tabacchi. No, non siamo a Milano e dunque non ci sono nè palestre per chi decide di allenarsi in orari inconsueti, nè tantomeno asili per mamme manager. Ma neppure bar per prendere un caffè o rosticcerie per sfamarsi. «Altro che città europea - sbotta Gianfranco, 46 anni - Vivo da solo e soffro d’insonnia. Quando il mio bar tira dentro i tavolini, so che mi restano poche alternative al rientro». Perchè le eccezioni si contano sulle dita di una mano. Tra i pionieri, il bar Marconi. Era il 1981 quando i titolari decisero di sperimentare con coraggio - perchè di movida ancora non si parlava - la formula dell’h24. «Siamo sempre aperti - racconta Emilio Lucibello - Da noi, in qualunque orario è possibile comprare i giornali o le sigarette, bere un caffè o un drink e mangiare un cornetto o un panino. Perfino divertirsi a giocare». Ma il cliente tipo chi è? Si va da chi all’alba cerca caffeina prima di iniziare il turno di lavoro a chi, in quell’alba si tuffa con l’ennesimo liquore, dopo una nottata trascorsa a ballare. Sono infatti i giovanissimi ed i gestori dei locali della movida a muoversi nel buio della città, quando il by night del centro o della Costa Sud ha chiuso i battenti. Creando, di fatto, un secondo indotto legato agli american bar o alle discoteche. Lo sa bene Ciro, storico cameriere di Pizza e Pizza, sul lungomare Marconi: «Da noi si può mangiare una Margherita anche alle sei del mattino. Mentre in casa “pippea” il caffè, qui c’è “n’addore ’e basilico”. Siamo gli unici, in città. E per questo accogliamo comitive provenienti dalla provincia. E’ dal 1987 che questa formula ci dà soddisfazioni». Mario, 24 anni, non ha dubbi: «Il venerdì sera per me è una tappa fissa da tre anni. Quando vai a ballare bevi più del solito e ti assale la “fame chimica”. Con i miei amici vengo qui perchè ho la garanzia che non mi “scoperanno” fuori solo perchè fuori inizia ad albeggiare».

[[(Video) La notte oltre la movida - 3 - Torrione]]

Fanno i tour de force, ma solo nei week end, anche la storica cornetteria di Mercatello e il bar Pacifico di Pastena, dove pure piombano comitive che si salutano facendo colazione. Under trenta, che spesso hanno bisogno di infilare qualcosa nello stomaco prima di rimettersi al volante. «Se alzo troppo il gomito - racconta Paolo, 22 anni - una brioche che assorba l’alcol in eccesso non me la deve levare nessuno». Tra i nottambuli ci sono pure medici, giornalisti, autisti del Cstp e tassisti: uomini e donne che, lavorando in orari inconsueti, di tanto in tanto vanno a caccia di un posto aperto che nel cuore della notte possa soddisfare le loro esigenze. «Siamo agli arresti domiciliari da ventitrè anni - scheza Anna Perna, “colonna” storica di Specialità Bavaresi, a Torrione - Con mia figlia Lucia Savani e mia nipote Anna Bonaccorsi ci diamo da fare per accogliere con cortesia e professionalità i nostri clienti. Tre generazioni al servizio di chi vuole vivere dopo mezzanotte». Perna e famiglia, sono stati gli antesignani dell’attuale movida: era il 1975 quando aprirono il primo locale - chiuso in seguito al terremoto dell’80 - in piazza Flavio Gioia. Panini e patatine escono dalla cucina anche alle cinque del mattino. Poi tutti in fila alla cassa, dove capita spesso di posare lo sguardo su rosari di mazzi di chiavi: quelli che vengono dimenticati per distrazione o perchè dopo una nottata trascorsa a brindare o a lavorare, la stanchezza ti spegne e ti fa lasciare “pezzi” personali dove capita.

[[(Video) La notte oltre la movida - Pastena]]

Alle quattro e mezzo, da via Torrione si muovono i primi netturbini. Una sigaretta, un caffè e via verso il centro. Piazza della Concordia dista il tempo di una passeggiata veloce, inseguendo lo sciabordio del mare e qualche luce sputata dalle finestre. Alla Madegra c’è aria di festa: pizzeria e gelateria non staccano quasi mai. «Lavoriamo dalle nove alle cinque del giorno seguente - precisa Nello Savarese - Ed è probabile che con l’estate faremo ancora più tardi, perchè con la chiusura delle scuole il movimento dei ragazzi aumenterà». Non solo giovanissimi: data la vicinanza con la stazione, spesso alla cassa approdano anche i ferrovieri o i viaggiatori in partenza o in arrivo. «Lavoro alla stazione - racconta Antonio, 45 anni - Spesso me ne vengo qui per stare un pò in compagnia. Piazza Vittorio Veneto è terra di nessuno. Ci sono solo senza tetto ubriachi. Con i ragazzi della Madegra mi sento a casa». La clientela è dunque praticamente la stessa di due bar di corso Garibaldi, situati a un pugno di metri da piazza Vittorio Veneto. La luce del New H24, come suggerisce il nome, è sempre accesa e la macchinetta del caffè lavora ininterrottamente per preparare caffè speciali.

«Cremini e caffè freddi sono i prodotti più richiesti dai ragazzi - spiegano Tommaso e Salvatore - Ma da noi arrivano anche tante persone in procinto di partire». Salerno però è ancora impreparata alla sfida di una notte tutta da vivere. Parola di Domenico che con Raffaele, ogni notte, vede sfilare decine di persone dinanzi il bancone di Cafè e Cafè: «Ho girato il mondo e l’Europa è piena di città dove restano sempre aperti centri massaggi, negozi e palestre. Siamo qui da diciotto anni. E’ stato un esperimento, alla fine la presenza dei giovani ci ha dimostrato che l’operazione era fattibile. Però siamo in pochi. Eppure sono convinto che ai salernitani non dispiacerebbe avere più servizi dopo mezzanotte». Tira tardi, ma alle quattro depone le armi, Emanuele Rizzo di Cantina Rebelde, in via Madonna di Fatima. «Una braciata notturna? Da noi si può. In molti si stanno dirottando dal centro verso la zona orientale - spiega - come conferma l’apertura di nuove attività. Ma abbiamo un orario di chiusura: Salerno non è ancora una città che vive tutta la notte».

©RIPRODUZIONE RISERVATA