LA STORIA

Salerno, gli “angeli dei clochard”: una notte tra gli invisibili

Dalle 22 girano a bordo del loro pullmino per distribuire bevande calde e coperte 

SALERNO - Hanno dai 16 ai 60 anni e, ogni sera, a partire dalle 22, sono in strada. Non importa se cala il gelo e le condizioni meteo sono proibitive, anzi: più la situazione diventa complicata e maggiore è la certezza di trovarli operativi. Si tratta del gruppo di volontari della Protezione civile della Vopi che, dopo l’esperienza positiva a Pontecagnano, sono arrivati anche a Salerno per offrire sostegno ai clochard. A bordo del loro pullmino attraversano la città sostando nei loghi dove i senzatetto di solito cercano un riparo. Viene offerto del thè caldo, caffè e coperte a chi ne ha bisogno e i clochard vengono anche indirizzati verso il nuovo dormitorio allestito nella Parrocchia della Medaglia Miracolosa di fronte al Parco Pinocchio. «Il nostro è un gruppo composto soprattutto da ragazzi con grande spirito e grandi motivazioni», spiega il coordinatore Espedito Festa che ha una lunga esperienza di volontariato a sostegno degli ultimi e di chi ne ha bisogno. «Anche le famiglie dei ragazzi più giovani ci sostengono in pieno perché - sottolinea - per loro questa esperienza in strada è un modo per inculcare valori importanti».

Da quando il gruppo Vopi è parte della rete di unità di strada che supportano i senzatetto si è messa in moto anche una rete di solidarietà. «Amici che hanno attività commerciali varie - spiega il coordinatore - mi contattano per chiedere se abbiamo bisogno di supporto. C’è stato chi ci ha offerto pizze e tantissime alternative per poter portare un pasto caldo e anche per variare le diverse pietanze. Poi c’è la solidarietà degli studenti dell’Alfano I, della dirigente, Elisabetta Barone e di professoresse come Gilda Ricci che sono stati sempre attive nel supportarci». Il coordinatore del gruppo, infatti, è anche tecnico informatico del liceo salernitano e i suoi ragazzi come i docenti si sono più volte mobilitati con la raccolta di coperte e abiti da poter distribuire nelle notti di emergenza freddo. «Offriamo una mano a chi ha bisogno ma non imponiamo a nessuno di esser aiutato», precisa il coordinatore. In realtà, nonostante lo slancio generoso di tanti volontari non sempre chi è in strada vuole essere aiutato. «Magari chiarisce Festa - qualcuno si fa aiutare per il tempo dell’emergenza ma poi ritorna a occupare sempre lo stesso posto. E c’è anche chi non vuole proprio allontanarsi da dove staziona da sempre. Anche immaginare un percorso di recupero, in molti casi, non è così scontato ». Per chi non vuole lasciare la strada o anche per chi ha dipendenze troppo forti c’è comunque sempre una mano tesa, una parola di comprensione oltre che bevande calde, coperte e qualcosa da mangiare. Ed è per questa ragione che per capire se effettivamente il dormitorio allestito dal Comune con il volontariato cittadino (in primis la Cartitas diocesana) ha una funzione effettivamente utile è necessario attendere che trascorrano ancora dei giorni dall’apertura a metà di questa settimana. Qualche clochard si è soltanto affacciato per controllare la struttura e per capire se ci si può fidare. Ma c’è anche chi non ritorna e, piuttosto, preferisce trovare degli alloggi di fortuna che - alle volte - si rivelano anche luoghi pericolosi.

Eleonora Tedesco