Un vecchio sequestro di armi

il caso

Salerno, fucili e pistole: la polizia ne ritira 881

Giro di vite sui possessori di armi. In casa di un noto collezionista salernitano trovata addirittura una mitragliatrice

SALERNO. Addirittura una mitragliatrice e 13 pistole classificate come armi da guerra. Non è l’arsenale di un clan malavitoso, ma armi tenute in casa da un noto collezionista salernitano. Che la Questura ha sequestrato nel corso di controlli avviati già da qualche mese. Armi vietate per legge e pure finite nel salotto del collezionista. Da mostrare agli amici come giocattoli affascinanti o chissà per quale altro fine, visto che le pistole erano state modificate in modo da sembrare di calibro consentito. I controlli hanno prodotto la segnalazione di 136 persone, la revoca di 148 licenze, il sequestro di 72 armi e il ritiro di 881 tra fucili e pistole, oltre a un ingente quantitativo di munizioni che sono state inviate alla distruzione alla direzione di artiglieria dell’Esercito italiano di Napoli.

Parliamo di armi tracciabili, o quasi. Quelle per intenderci detenute a Salerno città, oltre che da qualche collezionista, anche da cacciatori, sportivi, semplici amatori o per difesa personale. In pratica armi conosciute agli uffici della Questura o meglio, come ha osservato qualche giorno in una intervista Giorgio Beretta dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere: «L’unico dato che si può contare è quello delle licenze per il porto d’armi, ma non basta». Pistole e fucili che in molti casi, diventano illegali perché i possessori non ottemperano a tutte le prescrizioni di legge. Per questo motivo, nel corso delle verifiche sono stati segnalati alla locale Procura della Repubblica 136 persone che detenevano le armi in luogo diverso da quella indicato nella denuncia di possesso.

Una azione preventiva, quella autorizzata dal questore, che si è concentrata anche e soprattutto su possessori di armi che vivono situazioni di conflittualità, soprattutto familiare. Un modo per scongiurare un eventuale uso indebito. In questo caso sono state revocate 148 licenze di porto d’armi per fucile. La polizia sta procedendo a diffidare anche chi ha il porto d’armi scaduto, invitando questi ultimi a esibire entro 30 giorni il certificato medico di idoneità psico-fisica per la detenzione di armi.

Nel mirino anche quei possessori che detengono in maniera non conforme alla legge il proprio arsenale.

In questo caso sono state revocate ben 148 licenze di porto d’armi per fucile. Mentre sono 72 le armi, tra fucili e pistole, detenute illegalmente.

Un arsenale pazzesco. In Italia circolino tra i sette e i dieci milioni di armi, per un totale di quattro milioni di famiglie in cui ne è presente almeno una. Il problema è che si tratta di stime e per di più risalenti al 2008.

Nonostante la possibilità di fare un censimento di ogni singola arma legalmente detenuta (tutti i pezzi venduti, salvo quelli che circolano nei mercati illegali, devono essere denunciati e registrati nelle questure), questo tipo di informazione non è reperibile e lo stesso ministero dell’Interno, al momento, non riesce a pubblicizzare il dato, anche se il mercato delle armi non militari fattura circa 800 milioni di euro l’anno nutrendo un indotto da quasi otto miliardi di euro. Perfino l’Associazione nazionale produttori armi e munizioni (Anpam) fatica a monitorare il mercato interno, sebbene per prima riconosca le difficoltà del Viminale nella raccolta e nella pubblicazione dei dati riguardo la vendita delle armi leggere. Una mancanza di trasparenza nelle statistiche interne che non permette di decifrare con esattezza nemmeno l’entità delle esportazioni sia a livello monetario che numerico.

E ritorniamo a Salerno. I controlli della Questura sono una routine. Ma è chiaro che gli ultimi avvenimenti internazionali e soprattutto europei hanno alzato il livello di attenzione negli uffici di polizia. Il controllo preventivo dei possessori di armi serve a capire anche la geografia dell’arsenale salernitano e soprattutto, come specificato nella nota della Questura, a intervenire lì dove sono certificate situazioni di tensione. Lite tra coniugi, ad esempio, che in più di una occasione si sono trasformate in vere e proprie tragedie. O lì dove vecchie ruggini, segnalate più volte alle forze dell’ordine, possano diventare motivo di uso illegittimo delle armi legalmente possedute.

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