Salerno, fiamme nel centro storico 

Incendio in un deposito di Porta Rateprandi. Avvertiti due scoppi, fatto sgomberare l’edificio in via precauzionale

Due esplosioni. Poi il fumo denso. E lingue di fuoco alte fino a lambire le finestre al primo piano. Sono stati attimi di terrore quelli vissuti dai residenti di un palazzo di largo Campo che affaccia su vicolo Porta Rateprandi. Qui, in un locale di circa 30 metri quadrati adibito a deposito dal titolare del vicino CafeAlcool, è esploso un incendio probabilmente dovuto a un cortocircuito. A evitare che accadesse una tragedia sono stati il tempismo e la professionalità degli uomini dei Vigili del fuoco del turno c del distaccamento Città che subito sono arrivati sul posto, sono riusciti a domare le fiamme e a mettere in sicurezza tre bombole del gas che si trovavano nel magazzino e che – se fossero state raggiunte dalle fiamme- avrebbero potuto causare danni ben più tragici.
All’interno del deposito c’erano sedie, tavoli, macchinari e cialde per il caffè. Insomma, tutto ciò che si può trovare all’interno di un bar. Per alcune ore sono state evacuate anche le otto famiglie, in tutto una ventina di persone, che abitano nel palazzo e che hanno atteso in piazza che i tecnici dell’Enel togliessero la corrente elettrica, che i vigili del fuoco mettessero in sicurezza l’area e che i carabinieri avviassero tutti i rilievi per ricostruire l’esatta dinamica dell’incendio. Ho sentito un boato – racconta una signora che abita al terzo piano – poi ho visto tanto fumo. A quel punto ho chiamato i pompieri e sono scesa. Nelle scale l’aria era irrespirabile. Appena spente le fiamme siamo potuti ritornare per aprire le finestre, ma poi ci hanno detto di riscendere subito. E’ stato terribile».
Con la signora anche Lilly, la cagnolina di famiglia che pure si è spaventata parecchio e ha sofferto particolarmente la discesa avvolta in una nube di fumo irrespirabile. «Ho sentito la casa tremare – dice un’altra signora che vive al secondo piano e affaccia sull’arco all’inizio del vicolo – poi ho sentito il citofono e qualcuno diceva di uscire subito di casa. Mi sono affacciata e ho visto le lingue di fiamme». In casa con la signora abita il padre 89enne, il signor Vincenzo Ragone, ex pescatore, come tiene a precisare, anche lui costretto a uscire forzatamente nonostante l’influenza. Ha atteso paziente in auto tenendo sotto controllo da giù la finestra di casa sua con la luce ancora accesa. »Ho sentito due scoppi, ma ho detto a mia figlia che potevano essere i ragazzi con i petardi, invece, c’era quel poco. Ora mi tocca stare al freddo e non mi sento neanche bene», si lamenta con discrezione. Intorno alle 20, dopo qualche ora di attesa, è arrivato finalmente il via libera per poter rientrare in casa. Un sospiro di sollievo accoglie la notizia comunicata alle famiglie da due vigilesse. «Menomale che si è risolto tutto, certo questa zona negli ultimi periodi è sempre meno controllata, prima c’era più attenzione», considera un signore mentre si accinge a rientrare nel portone con il figlioletto in braccio. All’interno, nel magazzino, resta solo lo scheletro nero di quello che c’era e parecchia puzza. A fianco, invece, l’appartamento appena comprato e ristrutturato ha avuto danni apparentemente lievi. «Ci sono alcune crepe – spiega la proprietaria – ma ancora non possiamo stabilire se ci sono stati danni più gravi alla struttura. Saranno i tecnici a valutare». Irreperibile, almeno nelle ore clou, il titolare del bar che né i parenti che sono sopraggiunti né i carabinieri sono riusciti a rintracciare. E mentre i residenti ritornano alle abitudini serali, i vigili del fuoco si concedono qualche minuto per un fondamentale bicchiere di latte per purificare i polmoni dopo aver passato tanto tempo prima a respirare il fumo generato dall’incendio e poi l’aria tossica che si è creata all’interno del magazzino.
Eleonora Tedesco
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