POLITICA

Salerno, disinnescata la mina welfare di Savastano: «Resto al mio posto»

La conferma dell’assessore eletto al Consiglio regionale «Se il sindaco lo chiede non lascio fino alle Comunali 2021»

SALERNO - Rischiava di essere una nuova miccia con l’effetto di far crollare la già traballante maggioranza di Vincenzo Napoli . Invece, a disinnescare ogni possibile detonazione sul Consiglio comunale e, di riflesso, sulla giunta in carica, arrivano sei provvidenziali mesi di “pausa” delle ostilità. È questo, infatti, il lasso di tempo che la legge consente a Nino Savastano per scegliere se lasciare la sua poltrona all’Assessorato alle Politiche sociali alla volta di quella in Consiglio regionale dal momento che c’è incompatibilità tra i due ruoli. «Se il sindaco me lo chiederà - risponde a chi gli domanda quando sceglierà tra le due cariche - rimarrò al Comune fino alle elezioni. È consentito dalle legge e non avrei alcun problema...».

Parole che sgomberano il campo da qualsiasi altra ipotesi, anche quella di un possibile interim del primo cittadino fino alla prossima scadenza elettorale delle Comunali del 2021. Invece, il tempo che occorre per avviare e concludere le procedure che portano alla dichiarazione d’incompatibilità e quindi alla necessaria scelta tra gli incarichi, è utile proprio ad arrivare alla scadenza del mandato di questa consiliatura. L’elezione dell’uomo forte della giunta Napoli, infatti, ha liberato - almeno sulla carta un posto, quello alle Politiche sociali, che è una delle poltrone che ha all’attivo il maggior numero di progetti e di finanziamenti annessi. Un assessorato nevralgico per la macchina comunale, verso cui i gruppi consiliari alla ricerca di maggiore visibilità in vista delle elezioni, guardavano con non pochi appetiti. Erano soprattutto i consiglieri più scalpitanti - in passato perennemente in polemica per la mancanza di coinvolgimento nell’azione amministrativa - ad ambire a quella come la poltrona della ribalta.

Scegliere come riempire quella casella, però avrebbe potuto avere per il primo cittadino un effetto politico boomerang perché accontentare qualcuno avrebbe significato comunque scontentare qualcun altro con l’effetto di altre fughe in avanti e distinguo all’interno della maggioranza. E alcune votazioni contrarie all’indicazione dell’Amministrazione hanno dimostrato in maniera evidente come tenere unita la squadra che sostiene Napoli sia sempre più complicato. Un potenziale rimpasto, dunque, potrebbe rappresentare uno scossone che manderebbe gambe all’aria definitivamente la precaria compattezza dei consiglieri della maggioranza. Con la scelta di restare fino all’ultimo giorno consentito, invece, nulla cambia negli assetti e il primo cittadino può evitare, così, di dover imbastire un tavolo di trattative anche con i neonati gruppi consiliari di “Azione” e di “Italia Viva” i cui esiti non erano poi così scontati.

E non è nemmeno un mistero che anche il gruppo Davvero Verdi, dopo aver rinunciato alla poltrona di assessore alla Cultura che è stata data ai socialisti (con la nomina di Antonia Willburger) ora non accetterebbe di essere ulteriormente scavalcato. Scenari e, soprattutto, rese dei conti che (probabilmente) sono solo rimandati ai prossimi scontri elettorali ma che ora - con l’operazione di trattenimento di Savastano - sono stati scongiurati. Almeno per i prossimi sei mesi.

(e.t.)