“Salerno di tutti” si mobilita «Spazio Donna non si tocca»

Ieri mattina presidio del movimento politico della sinistra in piazza Vittorio Veneto Il prossimo 27 novembre l’associazione terrà un’assemblea per decidere il da farsi

«Spazio Donna rappresenta un simbolo della città e come tale non va chiuso». A dirlo sono i rappresentanti del movimento “Salerno di tutti” che ieri hanno organizzato un presidio davanti all’immobile di piazza Vittorio Veneto che il Comune ha appena venduto alla società “Emmedue sas” per la somma di oltre ottocentomila euro.

«La storia del buon governo va smontata. Questo è un classico esempio di malgoverno - commenta il segretario provinciale di Sel Franco Mari - Abbiamo una condizione dei servizi disastrosa in presenza della tassazione più alta d’Italia. A questo punto mi chiedo perchè non si dica in modo trasparente a che cosa servono i soldi ricavati dalla vendita degli immobili. Forse a finanziare le luminarie e a pagare gli oneri del Crescent? Perchè decidere, come già accaduto in passato, di toccare i simboli del patrimonio collettivo e della storia democratica della città». Ieri le rappresentanti di “Spazio donna” non c’erano, ma si riuniranno in assemblea il prossimo 27 novembre per decidere cosa fare. «Noi rispetteremo le loro scelte - precisa Mari - non vogliamo fare nessuna invasione di campo. La nostra è una protesta politica. È trovo terribile che non ci sia una reazione da parte di nessuno».

Ad alzare le barricate anche la segretaria provinciale di Rifondazione comunista, Loredana Marino, che fa parte sempre del movimento “Salerno di tutti”. «L’indignazione per quanto sta accadendo è molto forte - attacca - Oggi viene messa in svendita la cultura femminista, si attacca la storia e soprattutto si chiude un centro antiviolenza che era diventato un punto di riferimento per tante donne, non solo salernitane».

Anche la Marino sarà presente all’assemblea del prossimo 27 novembre. «In quell’occasione - spiega - capiremo il percorso che bisogna mettere in atto. Una cosa è certa, deve partire una richiesta immediata contro la chiusura del centro. Bisogna chiedere immediatamente un nuovo spazio. Chiederemo che il sindaco Vincenzo Napoli e il presidente della Provincia Giuseppe Canfora si adoperino da subito ad individuare un nuovo locale perchè, agire altrimenti, significa sbattere la porta in faccia a chi ha bisogno». Ma secondo la Marino ci sono anche altre strade che possono essere intraprese. «Dobbiamo verificare - chiarisce - se la vendita sia legittima. Il Comune aveva concesso questi spazi in comodato d’uso gratuito per cento anni e l’unico motivo per lasciarli era dettato dal fatto che la stessa amministrazione palesasse una necessità urgente. Non ci sembra che questo sia il caso».

Insomma, la situazione è tutt’altro che chiusa. Per i nuovi proprietari potrebbe essere molto difficile prendere effettivamente possesso dell’immobile. Ad animare la protesta, il fatto che ad essere stato venduto non è un semplice appartamento ma un luogo che ha rappresentato la storia di Salerno e che ancora oggi è punto di riferimento per tante realtà territoriali. Non bisogna dimenticare, infatti, che oltre al centro antiviolenza, l’associazione apriva le proprie stanze a tutte le associazioni che ne avevano bisogno che lì si potevano incontrare senza spendere tanti soldi. Anche ieri sera, ad esempio, le stanze ospitavano un convegno di approfondimento medico.

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