SANITA'

Salerno, come diagnosticare il cancro ai polmoni con un prelievo 

La scoperta è di un gruppo di ricercatori dell’ateneo. L’attendibilità di questo nuovo test sfiora il 95 per cento

SALERNO. I ricercatori e le giovani ricercatrici dell’Università di Salerno hanno scoperto come diagnosticare il tumore ai polmoni con un semplice prelievo di sangue o altri fluidi biologici. Di kit diagnostici in commercio ce ne sono, ma il test per il cancro polmonare del team del dipartimento di Farmacia dell’ateneo salernitano – già brevettato anche oltreoceano – riesce a individuare una proteina (un biomarcatore diagnostico della famiglia delle caspasi) presente in concentrazioni cinque volte superiori nei soggetti affetti dalla grave patologia e soprattutto l’attendibilità del test sfiora il 95 per cento. Una scoperta importante per diagnosticare il cancro ai polmoni prima che la malattia diventi conclamata, intervenendo in tempi molto rapidi dal punto di vista terapeutico, in qualunque centro diagnostico.
Un esame, inoltre, estensibile a gran parte della popolazione. Ma anche un test meno invasivo rispetto alle comuni tecnologie diagnostiche Tac, risonanza, Pet e altro che, tra l’altro, evidenziano la presenza dei tumori soltanto quando sono già in atto. I ricercatori del Dipartimento di Farmacia hanno dato vita a uno spin-off “ImmunePharma srl” e dopo il brevetto esteso in «Europa, Stati Uniti, Cina, Giappone e Canada occorre la validazione e la certificazione ministeriale prima di poter commercializzare il kit diagnostico», ha spiegato ieri Rosalinda Sorrentino amministratore delegato e parte integrante del team dei ricercatori che hanno individuato la proteina tra i quali fanno parte Aldo Pinto (presidente), Michela Terlizzi e Rita Patrizia Aquino che è anche direttore del Dipartimento di Farmacia e Medicina. «L’obiettivo è validare a livello clinico il nostro prototipo lanciando sul mercato il kit diagnostico, per poi effettuare lo screening delle popolazioni a rischio e prevenire la diagnosi di cancro ai polmoni – ha puntualizzato Sorrentino – così sarà possibile anticipare, ad esempio, le diagnosi nei soggetti a rischio come i fumatori, chi soffre di patologie croniche a livello respiratorio come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) e chi è soggetto a esposizioni da inquinamento ambientale».
Gli studi si sono basati su campioni animali e umani, su 120 campioni provenienti da pazienti ai quali era stato già diagnosticato il cancro ai polmoni. Ma le ricerche sono state estese anche ai soggetti sani, ai fumatori e agli ammalati di bronco pneumatia cronica ostruttiva. Il kit dell’ateneo identifica biomarcatori altamente specifici e selettivi sui pazienti rispetto a quelli già disponibili sul mercato ed entro il 2018 la ricerca dovrà essere estesa a un numero notevole di soggetti, prima dell’industrializzazione e commercializzazione sul mercato.

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