IL PROGETTO

Salerno, cemento “padrone” nella zona orientale

Ok in giunta alla costruzione di altri alloggi in località Angellara-Ferrovia: in cambio strade, sottoservizi ed edifici pubblici

SALERNO - Continua la radicale trasformazione urbanistica della zona orientale della città. Questa volta, infatti, la giunta ha dato il via libera ad un nuovo progetto destinato a cambiare il volto del Parco Arbostella: una (non si sa ancora quanto) imponente costruzione a poche centinaia di metri dalle tre “torri” dell’ex “Marzotto” e le nuove edificazioni al confine con Mariconda. Nel dettaglio, i nuovi appartamenti sorgeranno nell’area che si trova in località Angellara Ferrovia, zona che nel Piano urbanistico attuativo è identificata con la particella “CR_29 sub 2”. In pratica, l’area “gemella” della torre sorta nei pressi dell’ex Pastificio Amato. Dal punto di vista delle procedure, gli imprenditori titolari dei suoli, che attualmente sono occupati, in gran parte, da una falegnameria, hanno avuto il consenso della giunta per la realizzazione dei nuovi immobili che sorgeranno a pochi passi dal mare e in una delle poche zone della città ancora libere.

Nello schema di convenzione che il Comune ha stipulato con i due fratelli proprietari dei suoli è previsto anche che la realizzazione della parte privata del progetto vada di pari passo con una serie di interventi di urbanizzazione espressamente previsti nell’ambito del Pua. Come si legge nella convenzione, infatti, la parte privata «si impegna a provvedere, a propria cura e spese, alla realizzazione delle rete stradale prevista nel Pua, a provvedere alla creazione della rete idrica e agli allacciamenti a quella pubblica, a realizzare la linea fognaria, comprese le opere che occorrono al collegamento a quella pubblica, a mettere in piedi la rete del gas e quella elettrica e alla creazione degli impianti di pubblica illuminazione». E non solo: il privato deve anche garantire la sistemazione della rete telefonica e a realizzare anche spazi di verde attrezzato. Nella convenzione c’è anche una serie di opere di urbanizzazione cosiddette secondarie, tra le quali il Comune può scegliere quali siano di costruzione necessaria. In caso contrario, potrebbe chiedere ai proprietari dei suoli un corrispettivo economico.

Nell’elenco ci sono: un asilo nido, scuole materne e dell'obbligo, mercati di quartiere, delegazioni comunali, edifici religiosi, impianti sportivi e di quartiere, centri sociali e attrezzature culturali e sanitarie. Comunque, si precisa nella convenzione, «tutte le opere di urbanizzazione primarie e le relative aree saranno cedute al Comune senza corrispettivo». In ogni caso, si aggiunge «per le opere di urbanizzazione secondaria, il cui importo sia inferiore alla soglia comunitaria, è valido l’obbligo di «eseguire una procedura negoziata senza pubblicazione di un bando di gara, rivolgendo l’invito ad almeno cinque soggetti aventi i requisiti per l’esecuzione dei lavori pubblici». Il tutto a seguito di «redazione e approvazione del progetto esecutivo».

Una volta concluse le opere, sarà cura dei privati anche tutta la fase di collaudo e, nei successivi 30 giorni dall’approvazione di quello finale, dovranno provvedere al trasferimento al Comune di tutte le opere di urbanizzazione. La convenzione detta anche il cronoprogramma di massima delle differenti procedure e stabilisce soprattutto che «i tempi di realizzazione degli interventi pubblici e di quelli privati sono strettamente connessi e, pertanto, i primi dovranno coincidere o essere inferiori a quelli fissati dai rispettivi titoli abilitanti per gli edifici dei secondi». In pratica, «il Comune non rilascerà i certificati di agibilità per le singole abitazioni finché non si sarà proceduto al formale trasferimento delle aree e delle opere relative agli interventi pubblici connessi».

Eleonora Tedesco